Maggio 2019. La domanda del titolo di questo articolo non appaia oziosa. Siamo davanti a dei monumenti del retail e della somministrazione ma anche a un apporto significativo del savoir faire dell’Italia, perché come si vede dall’esaltazione della professionalità di Rocco Princi, in fondo in fondo gode anche l’italianità e il suo sapore e la sua missione basata sulla semplicità e la tradizione.
Il presidente di Starbucks, Howard Schultz, ha di fatto sposato il nostro Paese e Rocco Princi, ma anche Aldo Lorenzi, il coltellinaio di Montenapoleone, la sua vera guida a capire l’Italia e il senso del retai italiano. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Il Reserve del Meatpacking di Manhattan è leggermente più piccolo di quello di Milano, già recensito da RetailWatch (leggi qui), 2.300 mq contro i 2.500 mq di Milano. Entrambi servono descrivere la story brand della casa e soprattutto la storia del prodotto, del caffè e delle sue possibilità alimentari e immaginifiche. Milano ha un ingresso trionfale con due ordini di gradini che costituiscono di fatto l’ingresso al palcoscenico interno. L’accesso di New York è meno trionfale, più sobrio ma anche più accogliente.
Per il resto l’enormità di particolari che li distingue e li rende di fatto unici sono identici sia nella torrefazione, realmente funzionante per la rete, sia nelle diverse destination per gustare o degustare il caffè in tutte le sue varianti.
Nella parte finale del filmato di RetailWatch vi lasciamo con un particolare dei gradini che portano alla toilette, un insegnamento davvero particolare e una lezione di retail.
La sostenibilità di Starbucks Reserve Roastery, Meatpacking, Manhattan, NY
Coerenza fra il posizionamento e la sua realtà 5
Distintività e rilevanza versus i competitor 5
Rapporto experience-prezzo 4
Sostenibilità 4
Attenzione alle nuove tecnologie e all’innovazione 4
Attenzione ai millenials 4
Attenzione ai senior 3
Creazione di una community 3
Trasparenza 3
Scala di valori da 1 a 5, 1 basso, 5 elevato