ECR: IDM e GD insieme per capire il cliente!

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ECR: IDM e GD insieme per capire il cliente!

Maggio 2013. L’esperienza nacque in America nel 1991, per iniziativa di Procter & Gamble e Wal Mart, tra le insegne più rinomate a livello mondiale nel loro settore d’appartenenza, l’acronimo decriptato evoca l’opportunità di soddisfare il consumatore con la massima efficienza, consolidando la sua fiducia verso le insegne, prevedendo e riassorbendo le fisiologiche dispersioni dell’operatività distributiva: tra le cose più importanti, quei tormenti chiamati rotture di stock, tanto antipatici da destabilizzare le relazioni di fiducia della clientela con i negozi, tanto insidiosi da allarmare il management distributivo e industriale.

In sintesi chi potrebbe negare la validità dell’idea di base? Maggiore cooperazione, migliori risultati, efficienza nella gestione reattiva del consumatore.

Necessario allo scopo è stato riprogettare la supply chain, rimodellare la catena di distribuzione in funzione di un’informatizzazione logistica aperta a tutti gli attori del processo, per far loro disporre rapidamente di dati di vendita completi e aggiornati, per consentire previsioni e azioni tempestive.
L’applicazione sistematica dell’organizzazione mira a scongiurare l’overstock (l’eccesso di scorta che poi causa perdite conosciute, differenze inventariali, risultati operativi modesti, obsolescenza e svalutazioni), si propone di assicurare continuità nel rifornimento, certezza di approvvigionamento, più veloci tassi di rotazione della merce.

Ma vediamo, nel dettaglio, i quattro punti su cui si articola il meccanismo:

1.    EFFICIENZA DI RIFORNIMENTO (riordino automatico secondo dati condivisi di vendita media e giacenza in negozio, incremento della frequenza dei rifornimenti per introduzione di piattaforme logistiche che possano intermediare tra singoli negozi e stabilimenti di produzione).

A conti fatti, il distributore dovrebbe mantenere standard di rifornimento migliori, per effetto degli automatismi con cui si muovono i flussi di approvvigionamento mentre l’industria dovrebbe essere saldamente rappresentata negli assortimenti e tutelata nell’occupazione degli spazi cui ha diritto presso le scaffalature.

Aspetti positivi

O=(Gm-Gs)+Vmt (O:ordine, Gm:giacenza massima prevista per il prodotto in esposizione, Gs: giacenza spot riscontrata al momento di fare l’ordine, Vmt: vendita media presunta nell’unità di tempo considerata, calcolata da elaborazioni storiche del sistema (intervallo di tempo che passa tra l’emissione dell’ordine e la consegna effettiva del carico (tempo tecnico di consegna)).

Questa formula sovrintende alle richieste di approvvigionamento e nel caso considerato viene automatizzata, prodotta meccanicamente dal sistema per ciascuna referenza in assortimento su ogni fornitore, inviata telematicamente al centro di distribuzione dopo essere stata confermata dai responsabili. La giacenza spot è desunta dal sistema meccanico per sottrazione progressiva delle vendite dallo stock contabile.

Se la procedura viene accuratamente rispettata le scorte vengono adeguate alle necessità, i rischi di esubero vengono contenuti e con essi quelli economici legati alla distruzione di merce alimentare invenduta giunta a scadenza o non alimentare deprezzata perché in evidente stato di obsolescenza.

La cadenza dei rifornimenti aumenta riducendo la durata delle rotture di stock e annullando gli effetti negativi delle tempistiche tecniche di approvvigionamenti diretti tra fornitore e retailer.

Il tasso di rotazione della merce si eleva influenzando i benefici finanziari connessi ai tempi di pagamento (che rimangono importanti sebbene siano stati ridotti recentemente dall’art. 62 del Decreto 1/2012) e scongiurando le immobilizzazioni di spazio nelle riserve.

Aspetti negativi

I costi di insediamento della piattaforma logistica, destinataria dei riordini automatici, vengono condivisi con l’industria, la quale è poi costretta a ridimensionare gli interventi sui singoli pdv (agenti di rappresentanza e merchandiser per la cura del brand sul banco scompaiono, di conseguenza il distributore rimane solo senza supporto).
Al fine di mantenere certi i dati di giacenza il front office cassa deve innalzare i suoi livelli di precisione, pur mantenendosi produttivo(le battute moltiplicate di singolo prodotto per gusti differenziati non sono più consentite per evitare alterazioni della giacenza nominale) e il personale interno è chiamato con maggiore frequenza a inventari di rotazione per l’accertamento dell’attendibilità degli stock contabili.
Nella formula rimane l’impossibilità di prevedere con certezza il valore Vmt. Il dato continuerà a risentire di picchi inaspettati delle vendite, pur non necessariamente connessi al fenomeno della stagionalità (peraltro prevedibile attraverso l’inserimento di un coefficiente periodico di sicurezza). La vendita eccezionale può infatti alterare il calcolo causando overstock, a meno che non vi sia un intervento umano (controllo dei responsabili prima dell’emissione del riordino) che corregga la macchina nella prospettiva intelligente di una delega controllata all’automazione.

2.    EFFICIENZA NELLA GESTIONE DELLA PROMOZIONALITA’
La condivisione sui dati comporta immediatezza di riscontro sulle azioni in corso e più avveduta pianificazione su quelle future.

3.    EFFICIENZA NELLA GESTIONE DEGLI ASSORTIMENTI
La condivisione dei dati impegna industria e distribuzione in una gestione collaborativa, virtuosa, funzionale e redditizia di ogni spazio negli scaffali e all’interno della superficie di vendita.

4.    EFFICIENZA NELLO SVILUPPO DEI PRODOTTI
Cooperazione a livello logistico ed informativo comporta necessariamente maggiore chiarezza sul grado di soddisfazione raggiunto dai prodotti (specialmente le novità) presso il consumo con relativa possibilità di tarare tempestivamente interventi di adeguamento sulla domanda.

La metodologia, pur apprezzata a parole nei traguardi che si prefigge di raggiungere, non è ancora adottata capillarmente. E’ doveroso riconoscere che essa implica flessibilità e modernità delle strutture organizzative, formazione e affinato livello di competenze tecniche del know how aziendale (tutte cose forse ancora non totalmente alla portata della DO così come della GD).
Si tratta di una procedura volta a ottimizzare le energie, il cui mantenimento comporta convinzione e impegno, che pone accenti importanti su disciplina, chiarezza e sobrietà degli indici di lavoro, invoca trasparenza e collaborazione, fiducia assoluta sull’unico sentiero sensato percorribile: si vince tutti insieme, distribuzione, industria e consumatore!                    

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