Euro per mq: riduzioni, tiene discount e superstore

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Euro per mq: riduzioni, tiene discount e superstore

Novembre 2015. Le vendite per mq flettono e mettono in difficoltà il conto economico. Segno positivo solo per superstore e discount.
 
I consumatori cercano altri canali di vendita
Il drammatico calo dei consumi e la continua crescita delle superfici degli ultimi anni hanno ampiamente saturato il mercato della Gdo italiana che si caratterizza sempre più per essere un settore maturo e probabilmente in eccesso di capacità produttiva. Basti dire che negli ultimi dieci anni la grande distribuzione alimentare ha messo a segno una crescita delle superfici di vendita di oltre il 30%, garantendo oramai all’Italia una dotazione commerciale complessiva anche superiore a quella di molti altri paesi europei.
 
A fronte di tale incremento, però, la dinamica dei consumi si è mossa in direzione opposta. I consumi alimentari sono diminuiti nello stesso lasso temporale di quasi 10 punti con un differenziale rispetto all’andamento dell’offerta distributiva di oltre il 40%. Peraltro, tale discrasia rimane molto ampia anche quando si vogliano considerare i consumi a valori correnti (ovvero inclusivi degli effetti dell’inflazione).
 
La crescita delle superfici ha invertito il trend nel 2013 ed ha fatto segnare anche nel 2014 una riduzione di poco meno di mezzo punto percentuale senza però modificare nella sostanza la distanza accumulata tra andamento della domanda e dell’offerta.
 
Soffrono piccole e grandissime superfici
Il processo si è concentrato nei formati più piccoli (piccoli super e libero servizio) e nell’area meridionale del Paese dove gli effetti della recessione e il cambiamento del consumatore sono state più nette.
Appaiono in grande difficoltà i format di più piccola dimensione, all’opposto risultano in netta crescita i punti vendita orientati a specifici segmenti merceologici (specialisti drug), di prezzo (discount), di servizio e assortimento sui prodotti alimentari (superstore).
Le difficoltà degli ipermercati, peraltro, trovano il principale motivo di difficoltà nello sfavorevole andamento del mercato finale dei beni non alimentari e, ancora una volta, nella competizione della grandi superfici specializzate e dell’offerta online.
 
Avanza il superstore ma ancor più il discount
L’affermazione delle vendite dei formati più performanti, infatti, non trova origine soltanto nella maggiore crescita di quei comparti della rete distributiva ma anche, in taluni casi, soprattutto nella capacità di quei formati di tenere le vendite a parità di perimetro della rete.
Le vendite per metro quadro di area di vendita premiano in particolare proprio il superstore che sfiora nel 2013 gli 8.000 euro. È, invece, il discount l’unico comparto che fa segnare una crescita della produttività nell’ultimo biennio.
A riprova del fatto che tale canale costituisce oramai un elemento centrale dell’offerta distributiva italiana cui si rivolge un sesto degli
acquisti degli italiani.
Peraltro il mercato distributivo italiano si caratterizza tra i principali Paesi europei per essere quello che ha subito maggiormente la crisi in termini di mancata crescita delle quantità vendute, più bassa dinamica dei prezzi e forte tensione competitiva.
 
La grande distribuzione alimentare italiana sembra aver oramai raggiunto livelli di sviluppo non dissimile da quelli medi europei e si caratterizza per un buon bilanciamento tra formati di piccola, media e grande dimensione.
A differenza del mercato francese e di quello anglosassone che si caratterizzano per una maggiore presenza di punti vendita di maggiori dimensioni (ipermercati in un caso e superstore nell’altro) il mercato italiano mantiene una maggiore quota di supermercati e differisce ancora da quello tedesco che fa del discount la spina dorsale dell’offerta distributiva.
Il mercato spagnolo è quello che assomiglia maggiormente a quello italiano sebbene più sbilanciato sui supermercati di più grande dimensione.
 
Ma l’elemento che in questi anni riveste maggiore importanza è rappresentato certamente dalle modalità con cui i singoli mercati hanno reagito alla crisi. E qui è di tutta evidenza come l’andamento del mercato italiano è nettamente peggiore rispetto alla media continentale e anche a tutti gli altri grandi mercati europei. Il confronto tra l’andamento delle quantità vendute e la dinamica dei prezzi consente di circostanziare meglio gli andamenti delle vendite dei diversi mercati europei.
Nel periodo compreso tra il 2007 e il 2013 le vendite della grande distribuzione europea sono state sostenute per circa un quarto dalla crescita dei volumi e per la restante parte dalla crescita dei prezzi. I singoli mercati hanno avuto però, andamenti specifici. In particolare, l’Italia si caratterizza per l’assoluta stasi dei volumi e la più bassa variazione dei prezzi, fatta eccezione per la Spagna.
 
Tale circostanza trova motivazione certamente nell’andamento specifico della domanda finale ma anche negli assetti competitivi del mercato italiano della Gdo. L’italia è infatti l’unico dei grandi mercati europei ad avere una bassa concentrazione ed una leadership fortemente dispersa per canale e territorio.
L’eccesso di capacità produttiva, la riduzione della produttività, la frammentazione competitiva e l’endemica difficoltà della domanda hanno determinato in questi anni un deterioramento delle performance economiche del settore.
 
La produttività delle vendite per mq
 

 
Numeri e andamenti si ritrovano nell’annuale ricerca del Rapporto sui consumi 2015 di Coop, redatto da Ancc-Coop con Nielsen e Ref Ricerche.
 

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