Fonti dei dati nel food: forse bisogna allargare ad altri canali?
Luglio 2017. Dice l’Istat nell’ultimo bollettino trimestrale:
“La pressione fiscale cresce, crescono anche reddito e capacità d’acquisto delle famiglie, il deficit scende. Così dicono i numeri diffusi dall’Istat sul primo trimestre di quest’anno. La pressione fiscale ha raggiunto il 38,9%, segnando un aumento di 0,3 punti rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il reddito disponibile delle famiglie, invece, è cresciuto del 2,4% in un anno (dell’1,5% rispetto al trimestre precedente) e i consumi del 2,6% (rispetto al trimestre precedente dell’1,3%): per entrambi i valori si tratta dell’incremento maggiore dal 2011. Il potere d’acquisto delle famiglie è cresciuto dell’1,2% su base annua (e dello 0,8 rispetto al trimestre precedente), di pare passo la crescita della propensione al risparmio, che raggiunge l’8,5% (con un incremento dello 0,3)”.
Guardando i dati della GDO non riesco a capire la mancata sintonia: non è che molti consumi passano da altri canali non monitorati da Nielsen, IRi e GFK?
Forse serve un’indagine approfondita sul peso degli altri canali: ortofrutta a domicilio, mercati rionali, mercati generali, panetteria, gas e altro ancora. E l’on line.