Forse il futuro non è del discount, ma nemmeno dell’ipermkt
Settembre 2012. Ecco il commento ad altri due sondaggi di RetailWatch ai quali avete votato numerosi.
Gli ipermercati possono adattare il format ai cambiamenti di acquisto?
– di vicinato,
– non fa perdere tempo nel cercare il prodotto,
– il layout è semplificato,
– la scala prezzi è chiarissima,
– forse il valore percepito è diverso da quello del supermercato ma la qualità è aumentata, grazie anche ad alcuni fornitori dell’IDM che sono entrati nei suoi assortimenti.
Una cosa è certa, le grandi superfici de-specializzate (primo sondaggio) non ce la fanno più a tenere il passo sia contro le Gss sia contro il dettaglio specializzato e dovranno rivedere format, superficie di vendita, assortimenti, prodotti, fornitori e prezzi. Nonchè la comunicazione. Voi lo decretate, diverse strutture sono ormai dimezzate nella loro superficie di vendita e nelle loro referenze non alimentary. Questo non vuol dire che sia il superstore la tipologia di vendita del futuro, (che tutti identificano nell’Esselunga), non va bene in tutti i territori e in tutti I contesti e poi l’Esselunga è una macchina complessa e sofisticata, difficile da replicare a cominciare nella sua duplicazione volumetrica. Una cosa è certa: l’ipermercato come lo abbiamo conosciuto nel passato (grandissima superficie, grandissimo assortimento, potenti promozioni e taglio prezzi) resisterà in alcune zone, gli altri sono e saranno oggetto di down sizing e dovranno rinunciare a diverse categorie merceologiche non food che un tempo lo hanno fatto grande.