Gasbarrino-U2: faccio i lineari per quote di mercato
Aprile 2014. Recentemente U2 (Unes, gruppo Finiper) ha ristrutturato il negozio Unes di Milano-DeMarchi e l’ha trasformato in U2, il formato dell’every low price.
La location
Zona al limite del comune di Milano con residenza di diverse etnie. Il pdv è ubicato in una strip con il magazzino a prezzo unico di Aumai.
L’intervento
Il negozio è stato chiuso per una settimana. Sono stati spostati e ristrutturati tutti i reparti. È stata fatta la piazza del mercato con simil sanpietrini. L’ortofrutta è adesso all’ingresso (era il fondo, nascosta nel layout precedente), è stata ristrutturata la macelleria, adesso a vista, con un possibile show cooking, è stata ristrutturata la gastronomia, la panetteria, addirittura è all’ingresso. Insomma, un bel vedere.
Di più: l’architetto, con una spesa irrisoria per il risultato ottenuto, ha costruito un bellissimo tromp l’oeil, riuscendo a dare luce al soffitto al centro della piazza. Illusione ottica fin che si vuole, ma l’ambientazione così prodotta è davvero incisiva.
I lineari sono per quote di mercato
Ad una attenta analisi, però, come RetailWatch è in grado di documentare, diversi lineari del grocery sono stati profondamente ristrutturati e adesso sono costruiti osservando la quota di mercato che riflettono. Una premessa: la scala prezzi di U2 è fatta di tre: il Viaggiator Goloso (alto di gamma), il prodotto dell’IDM, il prodotto a marca del distributore (U2). In genere le quote del venduto per volume sono cosiffatte: prodotto a marca del distributore, IDM, Viaggiator Goloso.
Mario Gasbarrino, l’AD di Unes-U2 ha voluto vedere il facing con l’occhio del consumatore e ha costruito il lineare proprio rispettando le vendite.
Troppa scelta, Lugli, Apogeo
È un cambio di paradigma (lo so che pensate che farlo con solo tre referenze è facile, ma provate voi, allora) radicale. Vogliamo andare oltre: questa è vera innovazione. Ricalca quello che Giampiero Lugli (Troppa scelta, Apogeo, Difficoltà dell’acquistare, 19 euro ben spesi) ha scritto, invitando i retailer a verificare un nuovo modo di fare assortimenti e avere una diversa concezione dei lineari.
Il dispaly
È un modo diverso di vedere lo scaffale, e non è una immaginazione. Andate all’U2 di Milano-DeMarchi e verificatelo da voi. Forse il cliente non se lo aspetta, ma la lettura appare subito diversa (ricordate che qui i prodotti a marca del distributore hanno un prezzo con un corpo più grande di quelli dell’IDM a fianco) e dopo un po’ ci si abitua a questo diverso modo di esporre la sottocategoria, financo la categoria.
Più spazio alle nicchie
Non pago di questo Gasbarrino e la sua squadra stanno inserendo prodotti di nicchia. Ne abbiamo scovati alcuni: i biscotti di Aldo Bonanni, il Bianco di Morgante (specialista del Nero d’Avola), il bio La Piotta (Bonarda), il Petiti Verdot di Terre dei Pallavicini, prodotto dietro il Quirinale. Ovviamente ce ne saranno altri, ma le bocche dei responsabili sono cucite, bisogna andarli a scovare con calma.
La comunicazione
È cambiata la comunicazione, adesso più vicina al comune sentire del consumatore: parole semplici, volti veri sorridenti. E soprattutto, bello in grande, quel 6.500 prezzi più bassi (il totale delle referenze in assortimento). E un richiamo al prodotto italiano.
Ve lo avevamo già detto che il buon vino (Gasbarrino) si vede con l’invecchiamento, no? Via De Marchi, Milano, U2.
Punti di forza
Ristrutturazione, La piazza, Display per quota di mercato, Nicchie
Punti di debolezza
Caricamento del display lungo nei tempi
La sostenibilità di U2 deMarchi-Milano
Impatto ambientale 2
Solidarietà 4
Legami con il territorio 3
Naturalità 4
Organic-bio 5
Artigianalità 4
Non mi sbaglio più: adesso so quali patatine comperare
La leggibilità dell'assortimento raggiunge i massimi livelli, sia per la gamma che anche per i suggerimenti indotti dal facing. Idea semplice, ma difficile da replicare. Questa è la forza dell' Edlp : il distributore sceglie. Il cliente se soddisfatto dalla scelta ritorna. Primo risparmio: il tempo.
Buon giorno dott. Gasbarrino mi sento onorato di ricevere una risposta direttamente da lei. Mi permetto di dissentire riguardo alla sua idea di " Eataly" e soprattutto quello che intendevo io. Lei lo sta già facendo di fatto e la risposta più immediata e semplice é Faella( la pasta) . Eataly vende pasta anche a 0,75 centesimi ( garofalo). Il vero virtuosismo è riuscire a selezionare categorie/segmenti/ prodotti adatti al suo formato, ed uscire dalla prima percezione istintiva, come ha dichiarato lei sul punto prezzo. Buona giornata.
caro direttore, condivido e sottoscrivo al 100% le osservazioni di roberto. il ns è un working progress, ci sono centinaia di cose da mettere a punto, da U2 de marchi si capisce dove vogliamo andare ma siamo ancora lontani dalla meta. Diciamo che l'amico Luigi, da grande professionista , ha decantato piu' quello che ha intravisto in prospettiva che lo stato attuale dell'arte. una sola nota : non potremo e non vogliamo avvicinarci a Eataly, abbiamo dei limiti di punto prezzo che non possiamo permetterci, con le ns rotazioni. Grazie per gli incoraggiamenti ( i folli ne hanno bisogno per convincersi che pazzi sono gli altri )
dopo aver fatto un salto ieri mattina e aver letto l'articolo, provo a sintetizzare il mio parere. Il diverso driver utilizzato per la definizione del display rilascia senza alcun dubbio una miglior tenuta degli scaffali confermata dal fatto che rotture di stock a sensibili aree senza merce non ce n'erano. l'idea di verticalizzare oltre a garantire meglio le vendite, rilascia anche un piacere estetico superiore rispetto ai concetti convenzionali, rafforzata dal fatto che l'uso del plexiglass rende ancor più elegante l'insieme. Non tutte le merci però si possono adattare a quel tipo di esposizione. immaginatevi lo stato del sacchetto di biscotti posizionato in fondo, briciole! quindi trovo virtuosa la scelta sia del driver che delle attrezzatura ma penso si debbano adattare. riguardo alla struttura di gamma, ho trovato in alcune categorie un dominio della marca gestita da Unes ( U! e Viaggiator goloso), quasi che la necessità di raggiugere delle elevate quote di mercato siano prioritarie rispetto invece al vero grande vantaggio del consumismo, la scelta. Condivido la citazione del libro di Lugli, ma va interpretato diversamente. asciugare un'area per precisa della scala, quindi ridurre, ma liberare l'area del virtuosismo merceologico, i preziosi prodotti dell'artigianalità alimentare, ma senza affollare, l'essenziale. ad esempio nel comparto del cioccolato ho visto una linea di cioccolato di Modica. buono, prezioso ma prima di quella sofisticazione ci sono gli, Slitti, Domori, Venchi, Amedei, e così via. Immaginatevi di riprodurre con le dovute proporzioni una specie di Eataly all'intero della gamma, questo immagino. perché i clienti questo vogliono, acquistare sempre il prodotto più conveniente e poi quando lo ritengono opportuno il meglio. Lo stesso clienti. durate la visita ho scattato una foto al carrello di una cliente perché emblematico: all'interno aveva il latte uht più conveniente( diversi brik) e la Pasta Faella, il massimo disponibile, un prodotto a poco più di 50 centesimi ed un pacco di pasta da quasi 4 euro. sono certo che una forte dose di fedeltà la si fa li dove sta Faella. ovviamente la foto è disponibile. parlavate di nicchie e qualcuna l'ho vista anch'io ma primo non emerge, e si dovrebbe trovare un modo per farli emergere, secondo in diversi casi esiste di meglio ( alzate le confezioni trasparente di torcetti di Rossi, troverete anche qui briciole). forse è troppo pesante, andrebbe alleggerita, ridurre il peso, non so, ma io mi arrabbierei nell'acquistare un prodotto che dovrebbe essere un piacere, una gratificazione, e trovare poi sorprese inaccettabili. Resta l'incommensurabile stima per il Dott. Gasbarrino, Patrimono dell'Umanità Distributiva,( Unesco ha costituito i patrimoni orali e immateriali e potremmo proporre di costituire quello distributivo/indistriale) e quanto ho scritto è solo per dare il mio piccolo parere e contributo se gli può essere di aiuto. grazie.
Probabilmente sarò una nota stonata in questo profluvio di elogi. Per quale motivo si dovrebbero fare i lineari per quote di mercato ?? Mi sembra ovvio che il trade tenda a privilegiare il suo marchio o cmq referenze ad alta redditività; ed a penalizzare il leader sul quale spesso non si guadagna o peggio.
Conoscevo il pdv prima : oggi assolutamente irriconoscibile : questa e' vera innovazione senza effetti speciali .
Anche l'occhio vuole la sua parte, e il risultato è notevole in modo particolare per chi era già cliente del pdv. Che in U2 la convenienza vada a braccietto con la piacevolezza del pdv lo si era già notato in tutte le ristrutturazionie aperture degli ultimi U2 (Buccinasco docet).Ma quello che ogno volta mi sorprende è la continua capacità di miglioramento di un format relativamente nuovo. Niente è dato per scontato ma tutto viene rielaborato nel continuo. Oggi abbiamo un'ambientazione pulita e solare vedi soffitto/cielo che punta attraverso lo show cooking (macelleria)a valorizzare la manualità del reparto. Immagine più positiva e moderma della comunicazione che dichiara con una semplicità disarmente 6500 che costano meno. E Gasbarrino,un eterno "ragazzino", con idee da vendere. Innamorato del proprio prodotto sempre più difficile da copiare perche ora diventa difficile copiare qualcosa sempre in movimento e trasformazione.
Un supermercato sincero, trasparente … dall'architettura al display merceologico che traduce in volumi e linee geometriche i venduti!! Ma dove ce ne un'altro così ? Forse solo nel prossimo U2 di Mario Gasbarrino!!
Penso che la nuova chiave di lettura dei display negli U2 sia alquanto incisiva ed essenziale. Comunicare ai clienti il prodotto più venduto dimostrando , inoltre, che si tratta del prodotto a marca del distributore è strategicamente geniale e innovativo . Si stravolge lo scaffale cambiando e screditando radicalmente il valore sul mercato del prodotto leader. Questa gestione dei lineari contribuisce enormemente al costante cammino nel vanificare il potere nella Gd dei grossi produttori mondiali.
E' semplice, se uno conosce Gasbarrino si rende conto che centra poco con i retailer italiani e il suo cervello e' molto piu' avanti. E' stato il primo a dare vero spazio a una segmentazione realmente comprensibile all'interno del punto vendita ed e' il primo a capire il valore della differenziazione necessaria per non scontrarsi unicamente sul prezzo. Vorrei che avesse 15 anni di meno……