Giovannini, Istat: c’è un’inversione di tendenza

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Giovannini, Istat: c’è un’inversione di tendenza

Aprile 2012. Enrico Giovannini, presidente di Istat, ha svolto un’interessante relazione di scenario all’ultimo congresso di Ibc-Centromarca. Ecco i passi principali svolti:

La comparazione con il 2008
La caduta del Pil del 2008-2009 non è stato ancora recuperata e l’anno appena concluso lascia un’eredità negativa importante sul 2012.
– La crisi del 2008-09, rispetto alla precedente del 1992-93, -dice Giovannini- si è caratterizzata per l’ampiezza del decumulo di scorte e il contributo negativo della domanda estera netta, che aveva guidato la ripresa precedente. I consumi delle famiglie, invece, hanno mostrato una buona capacità di tenuta
– La recessione attuale, invece, si caratterizza per la caduta dei consumi e il forte aggiustamento delle scorte, mentre la contrazione degli investimenti non è ancora ampia, e la domanda estera sta agendo da calmiere.
Il recupero dell’export è andato esaurendosi e l’aggiustamento sui saldi è dovuto alla caduta dell’import.
La forbice apertasi nel commercio di servizi non si è richiusa.
In volume (prezzi concatenati) la caduta dell’import è assai più ampia e il recupero dell’export solo parziale.

Redditi e consumi delle famiglie
– Nel terzo trimestre 2011 il reddito delle famiglie (a prezzi correnti) è di quasi un punto inferiore a tre anni prima: la performance peggiore tra le quattro grandi economie Uem
La “forbice” con la Francia ha iniziato ad aprirsi nel 2007
La crescita decennale a prezzi correnti resta più elevata rispetto alla Germania
Nella “grande recessione “ del 2008-09 i consumi sono stati mantenuti grazie all’erosione dei risparmi e all’effetto calmieratore dei prezzi
La propensione al risparmio in Italia è caduta di circa 5 punti, ai minimi tra i grandi Uem
– La frenata dei prezzi nella fase acuta della crisi ha contenuto la caduta dei consumi reali
Nell’attuale fase recessiva, invece, i prezzi si mantengono vivaci e a consumi nominali ancora in aumento è corrisposta una caduta dei consumi reali
Redditi e potere d’acquisto soffrono anche della difficile situazione di finanza pubblica, per gli effetti attuali e prospettici della stretta fiscale e del blocco dei salari nella Pubblica amministrazione.
Le esigenze di finanza pubblica stanno contribuendo anche all’inflazione che, tuttavia, ha altre origini.

La caduta dei consumi
– I consumi «reali» (valori a prezzi concatenati) sono diminuiti dell’1,8% negli ultimi quattro anni, ma di oltre l’1,1% nel solo 2011
L’impatto maggiore si è avuto nel comparto dei beni durevoli, ma nell’ultimo anno la contrazione ha toccato anche gli altri beni, mentre è continuata l’espansione dei consumi di servizi
I consumi in valore (a prezzi correnti) sono aumentati del 5,1% rispetto all’ultimo trimestre 2007 (+0,4% nel 2011)
La componente inflazionistica è stata maggiore per i servizi e i beni non durevoli
– I consumi «reali» (valori a prezzi concatenati) sono diminuiti dell’1,8% negli ultimi quattro anni, ma di oltre l’1,1% nel solo 2011
L’impatto maggiore si è avuto nel comparto dei beni durevoli, ma nell’ultimo anno la contrazione ha toccato anche gli altri beni, mentre è continuata l’espansione dei consumi di servizi
– I consumi in valore (a prezzi correnti) sono aumentati del 5,1% rispetto all’ultimo trimestre 2007 (+0,4% nel 2011)
La componente inflazionistica è stata maggiore per i servizi e i beni non durevoli

Gli indici di fiducia
L’indicatore composito dei saldi delle opinioni dei consumatori è su un livello simile al minimo della crisi 2008-2009. Questo compendia un marcato peggioramento dei saldi delle valutazioni sulla situazione futura e livelli più elevati nelle valutazioni sulla situazione attuale
L’indice di fiducia relativo al clima corrente è caduto bruscamente in autunno, quello sul clima futuro già dai primi mesi del 2011
Gli indici mostrano una notevole volatilità nei mesi più recenti, che risente dell’alternarsi delle notizie sulla situazione generale dell’Italia: la stabilizzazione del quadro macroeconomico potrebbe determinare un recupero diffuso della fiducia e, quindi, sostenere la spesa.

Forse, lascia intravvedere Giovannini, l’inversione di tendenza è iniziata. Difficile dire quanto durerà perché i parametri in gioco sono diversi, sia a livello internazionale, sia nazionale.

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