Giuseppe Caprotti: i numeri di Amazon e l’evoluzione dell’e-commerce

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Giuseppe Caprotti: i numeri di Amazon e l’evoluzione dell’e-commerce

Marzo 2017. Giuseppe Caprotti è un imprenditore italiano, già AD di Esselunga, figlio di Bernardo Caprotti, padre spirituale per decenni riconosciuto da tutta la grande distribuzione organizzata italiana con Esselunga. Recentemente ha pubblicato sul suo sito i numeri chiave di Amazon; cifre e, di fatto, alcune considerazioni sull’e-commerce e sulla sua evoluzione.
 
Pubblichiamo dapprima i numeri di Amazon e poi un’intervista di approfondimento sull’e-commerce a Giuseppe Caprotti.
 
Chi è Amazon

Fatturato 2016: 136 miliardi di $

(Walmart fattura 483 miliardi di $ ma Warren Buffett ha appena venduto azioni del gruppo per 1 miliardo di $)

Crescita: + 27%

Utile operativo : 4 miliardi di $

Risultato netto: 2,4 miliardi di $

Capitalizzazione in borsa: 400 miliardi di $ (il doppio circa di quella di Walmart)

Dipendenti: 300’000 nel mondo, 180’000 negli USA. 100’000 dipendenti  in assunzione negli USA.

Referenze (articoli venduti) : 400 milioni, in gran parte intermediate (presenti sul sito e distribuite da terzi)

Magazzini: 350 (35 000 robot –  4000 camion – 10 aerei-  Senza contare i droni)

Negozi in apertura : 2000 – stima del Wall Street Journal. Da vedere se lo farà con le  superette o le librerie

Spese di consegna: 7,2 miliardi di $ (+43%)

Abbonati Premium: 49 milioni negli USA, 72 nel mondo

Investimenti nei  contenuti musicali e video : 3 miliardi nel 2016, secondo Morgan Stanley

Fatturato 2016 nel cloud computing: 12,2 miliardi di $

Margine operativo nel cloud computing : 25% pari a 3 miliardi $, prima fonte in assoluto di utili per il gruppo.

Jeff Bezos ha teorizzato la sua cultura di management attraverso 14 principi.

Bisogna “Mettere l’interesse del cliente il cliente in primo piano”, Pensare “a lungo termine”, “Inventarsi e semplificare”, “Accettare di essere incompresi”, “Cercare di sorpassarsi”.

Uno dei principi recita che “I leader hanno il dovere di rimettere in questione le decisioni quando non sono d’accordo. (I leader) non fanno compromessi con il solo obiettivo di mantenere la coesione sociale”.

“Contrariamente alle imprese normali Amazon non vuole creare consenso ma far sì che ognuno esprima il proprio punto di vista. Amazon ha una cultura d’impresa e di decisione unica” (*).

Fonti varie, tra le quali Le Monde 4 febbraio 2017
 
Ed ecco, di seguito, l’intervista a Giuseppe Caprotti
 
D. Dottor Caprotti, come è stato creato valore fino ad oggi nell’e-commerce?
R. Amazon USA, nella distribuzione (escludendo il cloud, già descritto sopra, ndr), ha un ebit del 2,9%.
Esselunga, per un periodo, prima che arrivasse Amazon, aveva una reddittivà molto buona, praticamente doppia rispetto a Amazon USA.
Questi dati provano che con l’e-commerce si può guadagnare.
 
D. Come si può creare, a suo parere, maggior valore lavorando in ottica multicanalità?
R. Acquistando bene, insieme sia marche del distributor-MDD sia prodotti di marca, dai fornitori per i vari canali di vendita (fisico e e-commerce)
 
D. Qual è la marginalità ottimale che si può auspicare?
R. Quelle di Amazon USA e di Esselunga-a-casa che hanno avuto la possibilità di far pagare abbonamenti e consegne in modo diverso rispetto ai competitor.
 
D. Quali sono le differenze fra Italia e Usa, secondo lei?
R. Negli USA c’è tanta domanda e molta offerta (oltre ad Amazon tanti retailer offrono l’e-commerce), in Italia c’è una fortissima domanda e poca offerta: non a caso Amazon sta aprendo un magazzino in Piemonte e uno a Roma.

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