Il #coronavirus e i #sacchettibiodegradabili dell’ortofrutta non hanno insegnato nulla alla GDO?

Data:

Maggio 2020. Come premessa a questo articolo dobbiamo dire prima due cose:

. tutta la solidarietà di RetailWatch a Claudio Gradara, Presidente di Federdistribuzione e a Giorgio Santambrogio, Presidente di ADM perché poco possono fare in questa situazione che stiamo attraversando,

. il termine Influencer deve intendersi come un movimento di aziende per far capire al Governo le necessità delle filiere del largo consumo. Influencer (o chiamatelo come volete) è un termine positivo in una economia di mercato.

I fatti

Quando nel 2018  è stato introdotta l’obbligatorietà dei sacchetti biodegradabili nei reparti dell’ortofrutta della GDO e del commercio, le associazioni e le aziende hanno risposto in modo sparso e non uniforme e preventivo, soprattutto.

Con la decisione attuale  della Protezione Civile di imporre il prezzo delle mascherine anti #coronavirus ancora una volta le associazioni e le aziende della GDO si sono trovate divise e impreparate ad affrontare la situazione. @craisuper ha deciso di ritirarle dalla vendita, @Federdistribuzione e @Conad hanno “Chiesto al Governo di poter avere lo stesso accordo dei farmacisti e di poter accedere a fornitori in grado di offrire prezzi d’acquisto coerenti”. @Coopitalia, dal canto suo ha messo in vendita le mascherine a 0,50 più iva al 22%. Conad ha messo in vendita a 85 euro 50 mascherine (probabilmente poi tolte). E poi ci sono tanti altri casi che per carità cristiana non riferiamo, dal cartello di produttori-speculatori e delle mazzette conseguenti e tanti che ce n’è. Di nuovo tutti in ordine sparso. La lobby dei farmacisti, in accordo con @Confcommercio, ha invece sottoscritto un accordo regolatorio. Sappiamo tutti che i volumi di vendita della GDO sono di gran lunga superiori a quelli dei farmacisti, ma in ordine sparso si ottiene poco, non è vero?

Il commento

Serve allora un Influencer, come nel coronavirus e come nei sacchetti biodegradibili, che in modo preventivo, cioè prima, non dopo, spieghi al Governo di turno che esiste una filiera con i suoi indubbi benefici e i suoi costi, che è in grado di distribuire prodotti e servizi utili per la comunità delle persone. L’Influencer lavora in anticipo fornendo dati, analisi, documenti, testimonial e quant’altro serve per prendere decisioni immediate e risolutive ed eque. Ma oggi l’Influencer non c’è: troppi individualismi, troppi egoismi personali e aziendali, fanno si che la reputazione della GDO sia sempre più fievole e il retailer sia visto come un bottegaio che specula per guadagnare da rendite di posizione (che in realtà sono sempre più esigue). Il mercante per eccellenza è diventato @amazon che addirittura passa a trattare i mutui e surroga, proponendo addirittura un buono sconto di 500 euro e che è in posizione privilegiata per gestire anche il food e-commerce. In questo periodo ha imparato tanto sia nelle operation sia nella comunicazione e sta diventando un mercante (non un bottegaio) con una alta reputazione. L’ordine sparso non serve soprattutto quando Donatella Prampolini, Presidente di Fida-Confcommercio e di D.It introduce la chiusura dei supermercati la domenica.

Volete altri esempi per convincervi? Non mancano!

Il sondaggio di RetailWatch

Nel mese di aprile abbiamo lanciato un sondaggio che ha portato a questo risultato:

Mario Gasbarrino (Everton e Cortilia) mi ha chiesto di pubblicare il dato dei votanti. Per trasparenza lo faccio volentieri:

Fonte: Google Analitycs

La reputazione, a giudizio di RetailWatch, è un passaggio fondamentale: si costruisce molto lentamente e si distrugge molto velocemente. Questo sondaggio spiega che, per il senso comune, il coronavirus e le sue ripercussioni è stato affrontato soprattutto dal personale dei negozi, cassiere in testa.

Cosa bisogna imparare?

  1. Rivalutare le persone che lavorano nei negozi, dare loro una retribuzione equa, ascoltare i loro consigli. Rivalutarle a 360°.
  2. Costruire una associazione che sia veramente un Influencer con la I maiuscola, che in modo preventivo e non a posteriori, intervenga sulle decisioni del Governo, che sia in pratica un buon suggeritore. Oggi non è possibile, visto ognuno fa per sé, però domani sarà possibile, sempre che siano stati capiti a fondo i problemi sollevati dei sacchetti biodegradibili e dell’attuale pandemia.
  3. Ribadiamo tutta la nostra stima a Claudio Gradara, Presidente di Federdistribuzione e a Giorgio Santambrogio, Presidente di ADM, perché sappiamo che lavoreranno per fare un Influencer vero, ma anche un Influencer basata sulla utilità sociale, per tutte le aree della nostra società, visto che siamo in epoca di CSR.
  4. Altrimenti…

 

Com’è andata a finire con il prezzo delle mascherine

Un aggiornamento sul prezzo delle mascherine, 3 maggio 2020. Il commissario Arcuri ha stabilito il prezzo in 0,50 euro. L’unica insegna che ha rinunciato al ristoro (prezzo di acquisto – prezzo di vendita) da parte della Stato è stata la Coop. Tutte le altre ricorreranno al ristoro. Probabilmente la vendita delle mascherine rappresenta già oggi il 2% delle vendite di un supermercato. Ma visto il momento eccezionale e terribile che stiamo vivendo, forse, a parere di RetailWatch, conveniva rinunciarvi e comunicarlo in modo trasparente. Dopotutto un’impresa commerciale, un supermercato non è un agente sociale, vive e prospera al centro della comunità che vuole servire? Era una occasione per dimostrare la ragione sociale di vita del supermercato. Niente di tutto questo, purtroppo è avvenuto. Scusate il giudizio duro: ma a cosa serve fare comunicazione sulle persone, sulla comunità e il suo valore se poi, almeno così sembra, tutto viene ricondotto al conto economico? Una comunicazione siffatta che senso ha? Purpose only come amano dire i pubblicitari? Beh, è un pò poco. Sia ben chiaro: non sto speculando sulla comunicazione di Conad ma sull’intero comparto della GDO. E scusate davvero se mi permetto di farlo, ma sono anch’io un cliente di Esselunga e Coop e Conad e credo di averne diritto.

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