Il canale erboristeria propone benessere
Dicembre 2011. L’interesse verso i prodotti naturali è una tendenza che oggi traina l’acquisto e l’utilizzo di referenze un tempo rivolte solo a nicchie di consumatori le cui motivazioni potevano apparire piuttosto strane, forse addirittura un po’ snob. Il cambiamento culturale degli ultimi anni ha portato a una maggiore attenzione nei confronti del concetto di benessere psico-fisico, in senso olistico, come risposta a uno stile di vita stressante, frenetico, lontano dalla natura e dal rispetto per l’ambiente. Attenzione che si riflette sugli stili di vita, di acquisto e di consumo di una fascia sempre più ampia della popolazione, non solo femminile, ma anche maschile. Lo conferma la ricerca realizzata da Nielsen Consumer Research per conto di Federsalus (Associazione delle aziende di prodotti salutistici), su un campione di 400 erboristerie, distribuite su tutto il territorio nazionale.
Bene gli intagratori
In un momento di crisi economica e di costante contrazione dei consumi, il canale erboristeria fa registrare un trend sostanzialmente stabile, come dichiara il 65% degli intervistati, mentre il 16% parla addirittura di un incremento del volume di vendite superiore al 10% (non emerge però una situazione altrettanto rosea nel Nord-Est e nei punti vendita di piccole dimensioni, con un solo addetto). A guidare la crescita è la categoria degli integratori alimentari (in particolare quelli che favoriscono le funzioni digerenti e quelli indicati per il controllo del peso), seguita dalla cosmesi (prodotti per la pelle, shampoo e make-up). Integratori e cosmetici si configurano come categorie “core” del canale, con un peso complessivo del 67% (rispettivamente il 37% e 30%) sul fatturato totale.
Dall’iperspecializzazione alla quotidianità
Gli operatori del settore ritengono che il trend positivo dipenda da un lato dall’ampliamento dell’offerta, in termini di assortimento e profondità di gamma, dall’altro da una domanda in crescita e sempre più fidelizzata, sintomo di un interessante processo di trasformazione: da negozio iperspecializzato, a cui ci si rivolgeva solo per acquisti occasionali, l’erboristeria diventa punto di riferimento abituale per alcune categorie di prodotto.
In questo scenario, gioca un ruolo di primo piano l’innovazione, che può costituire il fattore chiave su cui far leva per la crescita del canale. Non a caso, le erboristerie che dichiarano un aumento delle vendite sono quelle che hanno investito in misura maggiore nell’innovazione di prodotto (53%). Il maggior tasso di novità si registra, ancora una volta, nelle due categorie trainanti: integratori e cosmetici.
Per meglio soddisfare le esigenze di un consumatore con cui ritengono di avere un rapporto privilegiato come promotori e influenzatori di acquisto, gli esperti del canale individuano nelle allergie e intolleranze alimentari una possibile area su cui investire, mirando sia all’ampliamento delle categorie di prodotti trattati, sia al rafforzamento del posizionamento dell’erboristeria nel settore specifico dell’alimentazione a cui, in linea con l’evoluzione della domanda, stanno prestando già da tempo particolare attenzione altri canali distributivi. Alla sicurezza, qualità e novità dei prodotti, dovrebbe corrispondere anche l’innovazione dei servizi offerti alla clientela da un professionista esperto (oltre all’assistenza e alla consulenza, di importanza fondamentale, i test per le intolleranze, ancora scarsamente diffusi). Alla luce del ruolo chiave che l’erborista riveste nel processo di acquisto, il prezzo risulta invece un fattore sì importante, ma secondario rispetto ad altri.
Problema, soluzione
Le spinte al cambiamento non possono non avere un’influenza anche a monte della filiera, tra le aziende fornitrici, soprattutto in termini di problem solving, cioè capacità di comprendere le esigenze del singolo punto vendita, di contribuire allo sviluppo del business e al continuo miglioramento della qualità dei prodotti, essenziale per costruire una relazione forte con il consumatore e un legame stabile con il territorio. Da tenere sotto attenta osservazione sono, ovviamente, anche gli aspetti legati alla logistica, alle condizioni economiche e alla comunicazione: a fare la differenza sarà, come sempre, la capacità di cogliere e cavalcare i segnali deboli.