Il consumatore toscano è più felice di quello italiano?

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Il consumatore toscano è più felice di quello italiano?

Novembre 2016. I toscani sono soddisfatti della qualità della vita e del tempo libero, sono sociali e solidali e consumano più della media nazionale. Vivono in una regione in cui Unicoop Firenze, una delle maggiori cooperative di consumatori del Paese, genera 2,4 miliardi di vendite e dà occupazione a 8mila addetti, ma soprattutto favorisce la filiera regionale e assicura maggiore convenienza e risparmio alle famiglie.
Nel dettaglio sul totale delle vendite di Unicoop Firenze i prodotti toscani hanno un’incidenza quasi doppia rispetto al resto della distribuzione presente in regione. Grazie alle politiche di contenimento dei prezzi nel periodo 2001-2016, l’inflazione alimentare Istat in Unicoop Firenze e del 11,9%, a Firenze è stata del 22,1%, ambedue molto inferiorerispetto al 33,2% registrato a livello nazionale.
 
Un’intera filiera regionale
Dall’indagine svolta da Irpet e presentata dal direttore Stefano Casini Benvenuti emerge il ruolo importante di Unicoop Firenze nella promozione dei prodotti Made in Toscana e la ricaduta positiva su tutta la filiera agricola regionale. Irpet evidenzia anche come il posizionamento prezzi di Unicoop Firenze, mediamente più basso dell’8% della media della grande distribuzione italiana, generi un risparmio delle famiglie pari a 200 milioni di euro annui. Questa cifra, se destinata al consumo, si tradurrebbe in 220 milioni di PIL e occupazione per 3.400 unità full time.
Sommando i risultati dell’attività commerciale, della filiera e del contenimento prezzi, dai dati Irpet emerge che l’impatto complessivo di Unicoop Firenze in Toscana ammonta a 1.646 milioni di euro di PIL e 28.330 posti di lavoro full time.
 
Il consumatore toscano
Oltre ai dati economici, il quadro sulla Toscana è emerso anche dall’intervento di Albino Russo, direttore ANCC, Associazione nazionale cooperative di consumo, che ha disegnato l’identikit del toscano: soddisfatto, amante del buon cibo, consumatore culturale di buona qualità.
 
Secondo i dati ANCC, oltre 8 toscani su 10 si dichiarano soddisfatti della propria vita, grazie alla qualità del tempo libero, dell’economia, della salute e a una grande fiducia interpersonale.
 
L’identikit del toscano rivela anche una forte attenzione al mondo del cibo: siamo top spender per pane, carne, frutta e caffè, primi per il consumo di una colazione adeguata e l’utilizzo di olio di oliva per la cottura. L’autoconsumo in Toscana vale 150 milioni di euro, il 5% del totale nazionale.
In regione volano anche i consumi extra-alimentari: la famiglia toscana tipo spende in un anno 3mila euro in più rispetto alla stessa famiglia italiana. La crisi ha pesato comunque: in dieci anni in Toscana si sono persi un miliardo e mezzo di euro di consumi.
 
Nonostante questo, i toscani non rinunciano ai piaceri della vita, né al tempo libero. Non badano a spese per parrucchiere, saponi, libri e biciclette e, negli ultimi anni, hanno intensificato il consumo di servizi.
 
In Toscana si rileva anche un alto “capitale sociale”. Significa che un toscano su cinque contribuisce finanziariamente a un’associazione (+4,4% rispetto alla media italiana) e uno su dieci è impegnato in attività di volontariato. Ad un allontanamento dalla politica fa da contrappeso una grande attenzione alle amicizie e alla relazione interpersonali: quasi la metà dei toscani frequenta gli amici nel tempo libero una o più volte a settimana.

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