Il denaro non costruisce felicità. È solo un modo di dire?

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Il denaro non costruisce felicità. È solo un modo di dire?

Ottobre 2017. Il denaro non costruisce la felicità, non è solo un modo di dire, ma una realtà. Lo dimostrano i dati GFK e un apposito studio.
 
Le persone hanno stretto il loro cerchio di interesse e il denaro serve soprattutto per affrontare un futuro sempre più incerto, forse non siamo alle banconote sotto al materasso ma quasi, lo dimostrano anche i dati Istat e di Bankitalia. I soldi ci sono ma non vengono spesi per l’incertezza economica e sociale nelle quali viviamo.
 
La riscrittura del cerchio degli interessi è quindi sintomatica dello scenario attuale.
 
Al primo posto troviamo la vista sentimentale e affettiva, seguita dalla famiglia, dal sesso e dalle amicizie (sempre poche e valide nel tempo).
 
Il lavoro viene al quinto posto e anch’esso denota l’insicurezza e la prospettiva a brevissimo che lo connota. Il reddito è soltanto all’ottavo e i risparmi al decimo. GFK suggerisce alle istituzioni bancarie, alle assicurazioni di cambiare registro nell’approccio alle persone e alla comunicazione, tenendo conto proprio dei dati di scanrio.
 
Il sistema paese e le città vengono an non posto. Da qui anche l’allontanamento dalla politica, incapace di capire i trend in atto e di formulare proposte più vicine al sentimento dei cittadini e delle singole persone.

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