Il discount terrà sempre il costo del lavoro al 6-7%?

Data:

Il discount terrà sempre il costo del lavoro al 6-7%?

Giugno 2017. Il discount, come forma di vendita, si appoggia su una rete di circa 4.700 negozi. Ha raggiunto in 23 anni di attività l’11,8% di quota di mercato (Fonte: IRi). Quando nacque a Verona, per mano di Lidl, molti pensarono ad altre cifre, ma nonostante la sua quota sia significativa non ha mai assunto proporzioni catastrofiche. Fa il suo lavoro. Il dibattito sullo sviluppo e le quote di mercato del discount è molto simile all’ingresso degli e-tailer nel largo consumo: all’inizio un grande spavento, ma poi molti hanno messo mano ai negozi e all’offerta e ai servizi per fronteggiare Amazon&Co (0,4% stimato). La differenza fra lo sviluppo del discount e quello dell’e-commerce sta nella velocità e nelle previsioni di sviluppo. E non è certo una differenza da poco.
 
I primi tre gruppi di discount in Italia hanno raggiunto il 55% del fatturato svolto da questa forma di vendita.
 
La crescita in 5 anni
Dal 2011 al 2016 è cresciuto “solo” del 46%, nel senso che assistiamo a un rallentamento della crescita. A parità di negozi e di superfici di vendita la crescita è ancora inferiore, nel senso che andiamo verso un plafonamento.
 
Il discount del 1994 è molto cambiato nella forma e nella sostanza. È aumentata la superficie media, le location sono più centrate rispetto alla massa di persone da servire, l’ambiente è più confortevole, il personale più disponibile di un tempo e gli assortimenti sono aumentati con l’ingresso dell’ortofrutta sciolta, del pane prodotto in store, della pasticceria. Insomma: c’è un vero e proprio trading up.
 
Alcune insegne hanno abbandonato le marche di fantasia per adottare linee di prodotto trasversali, come nel caso dei prodotti a termine DeLuxe di Lidl.
 
Incredibile ma vero si trovano diverse referenze locali, immesse anche nei piani promozionali.
 
Il ruolo del costo del lavoro
Ma la domanda delle domande è: il costo del lavoro è di circa il 7% contro una media nella GDo del 12%. Fino a quando i discounter beneficeranno di un simile vantaggio competitivo. Il personale ha cambiato rapporto, lo abbiamo già detto, ma nel negozio è relativamente presente e le casse hanno code non indifferenti nei giorni topici di acquisto. Continuerà anche tutto questo, nonostante l’avanzata degli e-tailer?

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Sei umano? *

Condividi:

Popolari

Articoli simili
Related

GruppoArena Vs EuroSpin Sicilia. Come la concorrenza discount impatta su un leader regionale.

Che impatto ha una quota discount regionale elevata (>30%) su un'azienda leader del comparto super?Scopriamolo analizzando i conti del Gruppo Arena e di EuroSpin Sicilia.

MD vs Dimar. Due modelli a confronto.

I modelli di business vincenti in ambito super e discount sono profondamente diversi. Analizziamo quelli di due aziende importanti (Dimar & MD), scoprendo che non sono sempre i discount a fare la parte del leone nel produrre profitto.

Carrefour & gli errori da evitare nel Franchising.

Carrefour in Italia ha privilegiato lo sviluppo del franchising. Analizziamo le sfide che derivano da tale settore e i numeri di una società (GS SpA) molto importante per il Gruppo.

La concentrazione di DMO ha pagato? Analizziamo i numeri di Gruppo.

DMO SpA, nel tempo, in ambito distributivo ha scelto di focalizzarsi su drugstore e profumerie, cedendo il controllo di attività no core. Vediamo, analizzando i numeri, se la scelta ha pagato o meno.