Il futuro del consumo? Riuso, noleggio, condivisione, baratto e…

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Il futuro del consumo? Riuso, noleggio, condivisione, baratto e…

Aprile 2012. Se comprerete il libro che recensiamo leggete anche la prefazione, righe di stretta attualità, scritte da un filosofo-economista tutt’altro che in disuso.
Daniela Ostidich, partendo proprio dalla prefazione, mostra idee chiare e, soprattutto una tesi: “La morte del consumismo lascerà un vuoto. Dopo decenni passati a lavorare, vivere e consumare guidati da una bandiera di abbondanza crescente, di spensieratezza nelle spese, di prospettiva di crescita, la realtà attuale ci mette di fronte a necessarie riflessioni sulla sostenibilità e sulla eticità di uno shopping esagerato, non realmente desiderato, socialmente indotto fino a essere compulsivo”. Daniela Ostidich può esporre questa testi perché è sociologa dei consumi, le sarebbe più difficile dire lo stesso se fosse un manager di una multinazionale. Ma questo è il punto di vista che noi di RetailWatch condividiamo e che conosciamo.

La distribuzione è cambiata
Daniela non si ferma all’analisi, neppur indicando una serie di cluster di comportamenti di consumo. In questo suo ultimo libro “Quello che è mio è tuo”, IlSole24Ore, 16 euro, indica alcune strade sulle quali le imprese possono lavorare che partono dal consumo relazionale e si amplificano nel riuso, nel noleggio, nella condivisione, nel baratto fin nell’autoproduzione. Capite bene che se il consumo imbocca queste strade è perché, nel frattempo stanno cambiando anche i comportamenti di acquisto.

“Fino a qualche anno fa era abbastanza definibile il profilo dei visitatori dei centri commerciali, dei discount, dei mercati comunali. Oggi tutto questo non è più così vero” spiega Daniela. Le gallerie e le food court dei centri commerciali sono frequentate molto da anziani. I discount sono diventati supermercati di quartiere e hanno abbandonato la versione hard alla tedesca. I mercati rionali invece hanno resistito all’impatto della grande distribuzione e in molti casi si sono specializzati.

L’ultimo capitolo è riservato “Al mondo che verrà”: il futuro del brand, della distribuzione, della comunicazione. Non lo approfondiamo se no non comprate più il libro. Un unico appunto per Daniela: che ci vorrà concretezza in futuro nei punti di vendita è fuori discussione, ma dovrà essere aggiunta a Sentimento e anche a un motu di Sorpresa, se non proprio quotidiana, almeno mensile… E non per ritornare al ciclo vizioso che abbiamo conosciuto, ma perché l’Uomo odia la noia, suvvia.

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