Il prezzo del vino è davvero elastico?
Maggio 2014. All’ultimo Vinitaly tutti hanno tirato un respiro di sollievo sui dati IRi: fatturati in aumento ma volumi in discesa. In troppi non si sono domandati se il consumatore è disposto ad assorbire altri aumenti di prezzo come quelli verificatisi.
Lo ha fatto Virgilio Romano, client service director di IRi: “Se aumenta il valore i margini saranno sufficienti per l’intera filiera e le aziende avranno risorse per investire, comunicare, sperimentare. I riposizionamenti di prezzo tenderanno a stabilizzarsi e si potrà costruire la crescita partendo da un livello più basso.
Le poco generose vendemmie del 2011 e del 2012 hanno scaricato sui prezzi le tensioni produttive.
Non è necessario agire sulla leva prezzi:
– Non agire ulteriormente sulla leva promozionale.
– Mantenere i posizionamenti di prezzo a scaffale raggiunti nel 2013.
La vendemmia 2013 è stata generosa
o Riposizionamenti a scaffale verso il basso o incrementi promozionali sono tentazioni forti per recuperare volumi ai concorrenti o ad altri canali.
o Nel breve periodo potranno esserci effetti positivi sui volumi, allo stesso modo potranno esserci effetti negativi, di medio/lungo sui margini.
o Nel 2014 le aspettative sono diverse.
Nella bottiglia da 75cl la metà delle vendite avviene in promozione:
– Se è uno strumento tattico la promozione va bene.
– Se è una rincorsa ai volumi persi, no: prima o poi si paga pegno.
– Quali saranno le conseguenze di una promozionalità crescente?
Non basta fare una promozione per vendere di più, occorre trasferire convenienza/valore/unicità/vera opportunità”.
È un ragionamento che RetailWatch condivide. Il problema è che da aprile, i giorni del Vinitaly, a oggi diversi prezzi sono aumentati.