Novembre 2018. La casa riveste da sempre una molteplicità di significati che vanno oltre l’idea di luogo fisico e rappresenta la prima esperienza di confine, determina un dentro e un fuori, espressione di sé, ma anche spazio vitale da condividere con gli altri.
Come evolve il “senso di casa” è il focus del Life at home Report 2018, la più grande ricerca internazionale firmata IKEA che esplora le tendenze legate alla vita domestica nel mondo e l’evolvere del concetto stesso dell’abitare.
Un’indagine quali-quantitativa che ha coinvolto, da marzo ad agosto, oltre 22.000 persone di diverse fasce d’età, in 22 Paesi, attraverso conversazioni online, incontri e ascolto dei social media: Australia, Asia, Europa, Medio Oriente, Stati Uniti.
Nel mondo una persona su tre si sente più a casaoltre le quattro mura domestiche
Il Life At Home Report rileva come cambiamenti globali significativi quali variazioni demografiche, la rivoluzione digitale e tecnologica, l’urbanizzazione, insieme all’imporsi di nuovi stili di vita, abbiano un impatto sul “senso di casa” e contribuiscano a definire una nuova geografia della vita domestica, dentro e fuori le quattro mura di casa.
Negli ultimi due anni nelle grandi città si è registrato un notevole aumento di chi afferma che ci sono luoghi dove si sente più a casa rispetto alla propria abitazione principale. Dal 20% del 2016 al 35% del 2018.
Un sentimento diffuso non solo tra chi vive in città, ma un fenomeno globale che corrisponde ad un trend emergente in tutto il mondo.
In Italia, oggi, questo vale per 1 italiano su 4, un valore che sale a quasi 1 persona su 3 fra coloro che vivono in città.
L’effetto è più evidente fra chi condivide gli spazi con coinquilini che non conosce, tra i quali oltre la metà (54%) afferma di sentirsi più “a casa” fuori dalla propria abitazione: 1 millennial su 4 (25%) ad esempio, percepisce un maggiore ‘senso di casa’ nel suo bar preferito.
Obiettivo della ricerca è quindi capire e approfondire il vero significato di sentirsi a casa oltre le ‘quattro mura’.
La ricerca mostra che il concetto di casa si fonda su 4 dimensioni: la relazione, lo spazio, il luogo, gli oggetti.
Per gli italiani la dimensione che conta di più è quella della relazione, (61%) quella dei rapporti personali che si instaurano con le persone con cui si vive.
Per il 45% degli intervistati è lo spazio fisico a determinare il senso di casa, seguito dal luogo in cui si vive, inteso come quartiere e comunità (26%) e, in ultimo, dagli oggetti che vanno a riempire la casa.
Ma il ‘senso di casa’, questo sentimento così difficile da definire ed esprimere, è generato dall’interazione fra queste 4 dimensioni con 5 bisogni emozionali.
Quattro dimensioni e 5 bisogni
Per la prima volta infatti la ricerca identifica 5 bisogni emozionali fondamentali che creano il ‘senso di casa’, e lo estendono oltre le quattro mura.
- Sicurezza:sentirsi sicuri e ben inseriti nel contesto dove viviamo. Più ci sentiamo accettati dalle persone con cui viviamo, più ci sentiamo sicuri nei nostri spazi
- Privacy: sentirsi padroni di dove e come garantiamo la nostra riservatezza, senza intrusioni. In casa gli italiani trovano un po’ di privacy in camera da letto (52%), in bagno (40%) o in giardino/balcone (39%). Quando la ricercano all’esterno invece la ritrovano al parco (24%), in auto (21%) e al bar (19%).
- Comfort:sentirsi soddisfatti e a proprio agio nel contesto in cui viviamo. Più ci sentiamo a nostro agio con le persone con cui viviamo, più ci sentiamo soddisfatti nei nostri spazi.
- Proprietà:sentire che un luogo e uno spazio sono “nostri”. Più possiamo essere noi stessi con le persone con cui viviamo, maggiore è la probabilità di fare nostri gli spazi in cui abitiamo. In Italia, quando ci si reca in visita da qualcuno ci si aspetta di trovare una casa ordinata, che rifletta la personalità di chi la abita.
- Senso di appartenenza: è sentirsi parte di un gruppo di persone che accetta chi siamo, o ritrovarsi in luoghi specifici che ci rispecchiano. Percepire un senso di appartenenza è essenziale per ‘sentirsi a casa’: influisce su come ci rapportiamo ed è il bisogno alla base degli altri quattro bisogni.
Oltre le quattro mura
Le nostre case sono spesso percepite come limitanti: la mancanza di spazio o di proprietà, l’assenza di privacy o di affinità con le persone con cui viviamo ci spingono a cercare altrove il senso di casa.
Numerose sono le occasioni per soddisfare i propri bisogni emozionali fuori casa, anche grazie alle opportunità che le città offrono di espandere i confini delle nostre abitazioni: oltre un terzo degli italiani pensa che imparare cose nuove (culture, competenze ecc.) sia una priorità nella vita e trascorre tempo fuori casa per vivere esperienze che aiutino a crescere come persone. 1 italiano su 3 ritiene inoltre che la comunità sia un’estensione della propria casa, comunità che con l’ampliamento digitale e fisico degli spazi dove viviamo, ci permette di incontrare persone nuove, creare una rete di amicizie ed espandere le nostre case oltre il quartiere, la città o addirittura il nostro continente.
Il Life At home Report rileva come tante delle attività una volta considerate tipicamente domestiche, si siano spostate fuori casa: rispetto ad altri Paesi europei ad esempio in Italia è più frequente trascorrere fuori casa del tempo con i figli (51% vs 33% tot. Europa) o rilassarsi e, addirittura, farsi una doccia (40% vs 36% tot. Europa).
Allo stesso tempo però gli italiani svolgono in casa attività tradizionalmente svolte in altri luoghi: 2 italiani su 5 infatti dichiarano di portare regolarmente il lavoro a casa, una percentuale superiore rispetto a quella della maggior parte degli altri Paesi europei.
In particolare in città, il lavoro si è fuso con attività tradizionalmente associate alla casa, come ricevere amici, fare esercizio fisico o gestire una famiglia.