In molti sognano un internet diverso. Certo, ma sono giovani

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Settembre 2019. Cosa pensano i Campuseros del web e come vorrebbero che fosse “l’internet del futuro”? Ne ha parlato Federico Capeci, CEO Italy, Greece & Israel – Insights Division – Kantar, a Campus Party, il più grande evento internazionale di innovazione e creatività, realizzato con il contributo di Regione Lombardia e Nexi come main partner, che si è tenuto dal 24 al 27 luglio negli spazi di Fiera Milano Rho.

Grazie a “World_Wide_We_”* lo studio che ha coinvolto tutta la community internazionale di oltre 650.000 Campuseros, i giovani partecipanti agli eventi Campus Party nel mondo presenti in 14 Paesi e che dormono in tenda in un’area camping dedicata all’interno dell’evento, Kantar e Campus Party hanno raccolto atteggiamenti, attitudini e percezioni sul web di oggi e naturalmente idee per la rete di domani. In ottica di co-creation, i Campuseros sono stati invitati ad esprimersi su questi temi, dalla lotta alle fake news al fenomeno dell’hate speech, dalle proposte di nuovi metodi di sostentamento per i siti web, alla difesa della privacy.

È stato inoltre possibile, raccogliere idee specifiche per un web migliore. Quattro finalisti hanno presentato direttamente a Sir Tim Berners-Lee, inventore del World Wide Web, e a tutta la platea del Main Stage dell’evento, le loro proposte concrete, nella modalità unica e distintiva di Campus Party, per ispirare l’evoluzione della rete.

“Il feeling diffuso nei Campuseros – ha commentato Federico Capeci, CEO Italy, Greece & Israel, Insights Division, Kantar – nei confronti della rete è sempre molto positivo: #apertura, #libertà, #frenesia, #sorpresa, #novità le variabili emozionali maggiormente emerse che definiscono un’esperienza ed una percezione ricche e coinvolgenti. Emergono però anche aree come #novità, #trust e #sicurezza con percentuali di accordo meno elevate, segno di problematicità, evidenze di temi che meritano di essere discussi. Il web è parte della nostra vita, e non vogliamo farne a meno, ma d’altro canto esistono aree buie che velano la relazione.”

Lo studio “WORLD WIDE WE_” ha inoltre evidenziato che il 66% dei Campuseros ritiene importante (e sarebbe disposto a pagare) avere un web che tuteli la privacy, che non raccolga dati personali, non li metta a disposizione dei giganti del web, che sia garantito contro le fake news.

Inoltre, è emerso che il 98% degli intervistati ha ben chiaro il modello di business basato sulla pubblicità, che sostiene i siti di news, i social network, i motori di ricerca: la loro opinione vede un terzo dei rispondenti d’accordo con il modello, ma un 50% invece disturbato dal sistema che prevede lo sfruttamento dei propri dati (un 12% non se ne cura, mentre un 5% non è informato).

La raccolta e gestione dei dati personali focalizza l’attenzione ed evidenzia un malessere diffuso. La raccolta dei dati di comportamento che sono venduti a terzi (81%), ma anche solo la raccolta (73%) e le geolocalizzazioni (71%) così come anche i dati relativi alla navigazione (64$) evidenziano disagio e malcontento.

 “Il web è entrato nelle vite dei Campuseros – ha detto Federico Capeci – le ha penetrate, attraverso la connettività dei diversi device. Sono legati alla rete, ne comprendono appieno il modello di business, l’ecosistema del web e le sue implicazioni. I risultati degli scandali degli ultimi anni hanno contribuito però a sollevare timori e preoccupazioni e se da un lato rispettano e comprendono il business e le aziende coinvolte, dall’altro chiedono maggior attenzione, rispetto e possibilità di gestire i dati come preferiscono”

Carlo Cozza, Presidente di Campus Party Global ha concluso “La community dei Campuseros di tutto il mondo, che abbiamo costruito in questi anni, ci permette di cogliere i pensieri, le emozioni e anche le idee dei giovani talenti a livello globale. Saranno questi giovani in futuro a cambiare il web:abbiamo voluto chiedere loro come lo farebbero, e offrire la possibilità a quattro di loro, in rappresentanza di tutti, di confrontarsi con chi il web l’ha inventato, Sir Tim Berners Lee”.

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