Gennaio 2012. Luciana Delle Donne dopo aver lavorato per diversi anni come dirigente di banca ha scelto di “uscire dalla gabbia dorata e prendere le distanze da un mondo finanziario dove ormai non potevo più riconoscermi e rischiare”, come racconta lei stessa. Ha lasciato Milano ed è tornata in Salento. Nel novembre 2006 a Lecce, la città dov’è nata, ha avviato la cooperativa sociale non a scopo di lucro Officina Creativa di cui Made in Carcere è una costola importante. Made in Carcere è il marchio che riguarda tutti quei manufatti realizzati all’interno della prigione da detenute regolarmente stipendiate. Nei tre laboratori sartoriali del carcere di massima sicurezza Borgo San Nicola di Lecce e della Casa di Reclusione Femminile di Trani una ventina di donne creano – sotto la guida di Luciana, che appena può le raggiunge – originali borse, tracolle, portaoggetti, cappellini, shopper, fasce e braccialetti. Tutto all’insegna di estro ed eleganza.
Sognare a occhi aperti
«Noi sogniamo ad occhi aperti», spiega Luciana Delle Donne. «Ho dato tutta me stessa per guadagnare la fiducia delle recluse, della polizia penitenziaria e della direzione dell’istituto di pena. Noi di Officina Creativa non volevamo che il tempo delle detenute fosse dedicato a corsi di formazione fini a se stessi. Volevamo insegnar loro un mestiere, impiegare costruttivamente il loro tempo per pensare a un futuro professionale in prospettiva, anche e soprattutto dopo il periodo di reclusione dietro le sbarre». La prima fattura per la vendita dei manufatti è stata emessa nel 2008 e da allora Luciana continua a lavorare a ritmi serrati per sviluppare la piattaforma commerciale in Italia e anche Oltreoceano.
Iper-Finiper evidentemente ha sposato la causa di Luciana Delle Donne e ha messo in vendita i prodotti di Made in Carcere, lo ha fatto in modo discreto, come merita l’iniziativa, senza gridarlo. L’ha posto sotto la nuova linea e il nuovo sub brand iNaturali.
Punti di forza
Iniziativa etica, Coraggioso per un operatore della Gda
Punti di debolezza
Ci vorrebbe un po’ più di comunicazione perché molti non conoscono questo progetto