La Bottega del Vino: pensate alla personalizzazione?
Ottobre 2013. La Bottega del Vino è in Cso Genova a Milano, una delle arterie commerciali del capoluogo milanese.
. La location. La Bottega è proprio a metà, a fianco un supermercato Simply e di fronte a una negozio di abbigliamento ricercato e modaiolo. Sul marciapiede alcuni tavoli per degustare e mangiare. (5)
. Atmosfera. Un po’ demodè, alcune volte trasandata, ma intimo-famigliare. (4)
. Il layout. Tre vetrine per tre locali. A sx la vendita (abbastanza intuitiva l’esposizione), al centro oltre all’ingresso il bancone per la mescita e la grande lavagna con le novità del giorno, a dx il locale per le degustazioni e il grande armadio con i bicchieri e i posti personalizzati per i bicchieri. (4)
. L’assortimento. Si può mangiare qualcosa di veloce, ma principalmente si beve. Guardare preventivamente la lavagna e magari chiedere chi è il produttore del vino richiesto. I prezzi sono abbastanza equi, ma disomogenei per il rapporto qualità-prezzo. Personale un po’ umorale. (3)
. La personalizzazione. Nel locale di dx è installato un grande armadio con diverse rastrelliere per i bicchieri per le degustazioni e un tavolo per gustare appieno questa esperienza. Ogni bicchiere ha un’etichetta con nome e cognome, alcuni noti, altri meno. L’effetto è quello di un’estrema personalizzazione in grado di sfruttare appieno la fidelizzazione delle persone avviata con quelle semplici etichette di carta e i nomi scritti in bella calligrafia. (5)
Una lezione per capire limiti e pregi della personalizzazione. Qui, passatemi l’entusiasmo, siamo all’Università della personalizzazione. Un esempio simile si può trovare in alcune birrerie storiche del sud della Germania (vedere l’archivio), dove alcuni armadi ospitano, sottochiave, le pinte personalizzate dei migliori avventori del locale. E sono di proprietà dei clienti, non è una simulazione.