La Molisana-pasta diventa fashion
Maggio 2013. La pasta sta dimostrando una grande capacità di ispirare progetti e creatività, di raccontare storie. L’immaginazione si sposta dalla cucina al marketing e alla comunicazione, seguendo percorsi in cui la pasta rappresenta il filo conduttore di un discorso, che può essere di volta in volta la famiglia, l’opera d’arte, il cinema.
Per La Molisana, il brand rilanciato nel 2011 in seguito all’acquisto da parte della famiglia Ferro, la strada percorsa è stata quella dell’accostamento con la sartoria, un ambito in cui, come nella produzione della pasta, il livello di artigianalità e il contenuto di originalità e innovazione possono fare in modo che ogni prodotto realizzato sia unico.
Pasta e fashion design
Su questo linea è stato sviluppato un progetto in cui la pasta rappresenta il punto di partenza della narrazione, mentre il contenuto diventa la collezione di abiti di stoffa e pasta, capi unici realizzati da stilisti emergenti.
Pezzi unici che vanno a comporre la ‘sartoria della pasta’, un progetto che parte proprio dal Molise, con i primi due abiti che vengono realizzati dalla stilista molisana Anna Sammarone.
Nel 2012 il progetto coinvolge una stilista olandese, Connie Gronenwegen che, combinando tecnologia moderna e manifattura tradizionale, realizza un abito con una rete fatta di pasta e tessuto, per arrivare al 2013 con il coinvolgimento del designer Antonio Saturnino e un abito che viene presentato in occasione della Milano Women Fashion Week 13-14.
Dagli abiti agli accessori.
Dal abiti agli accessori è la pasta a diventare elemento della narrazione. Con il progetto ‘talent scout’ e il brand ‘semi di luce’ pasta e fettuccia di cotone di diversi colori danno origine a una collezione di braccialetti; pezzi unici realizzati da un gruppo di persone affette da disturbi psichici.
I braccialetti vengono poi venduti su internet e il ricavato va a finanziare borse di studio con le quale sostenere giovani talenti meritevoli del Molise, la regione in cui si trova lo stabilimento per la produzione della pasta.
Non è niente di nuovo gli abiti di pasta esistono gia da un pezzo…
Dal cibo-bisogno al cibo-desiderio. Secondo me questa iniziativa della Molisana sintetizza un pensiero molto "profondo" e attuale nel campo del food. Dalla pasta da mangiare alla pasta per inventare/inventarsi. Credo che in futuro le aziende del food avranno sempre più bisogno di fare marketing con persone che hanno particolari sensibilità artistiche. Finora l'industria ha soddisfatto i bisogni e gli artisti ci hanno aiutato a elaborare/formulare desideri. Forse questo confine oggi è più labile di quanto non fosse tempo fa.
Bella sfida tutta made in Italy ….Pasta&Moda. Potrebbe essere una grande occasione per rilanciare uno dei più noti brand storici della qualità della pasta italiana passando con innovazione e creatività nella sfera fashion.
Perché no? La pasta può raccontare storie. Ci sono circa 1.000 produttori di pasta in Italia. O si fanno delle grandi abbuffate, o si cercano strade diverse.
interessante, da vedere se potrà dare un ritorno in termini di efficenza ed efficacia. non sono molto d'accordo alla pasta legata alla moda, bensi ad event culinari e di grandi chef. saluti La