La pressione promo è amplificata da social e on line

Data:


La pressione promo è amplificata da social e on line
 
Dicembre 2015. Uno dei motivi di aumento o di stabilizzazione della pressione promozionale a livelli molto alti e critici è data dalle attività on line. Lo rileva uno studio di PWC, Total Retail 2015.
Più che in altri Paesi, in Italia il consumatore esprime una forte preferenza verso il negozio, dove trova gratificazione istantanea, miglior esperienza di prodotto e il supporto del personale del negozio nell’indirizzarlo verso una scelta giusta di prodotto.
 
•  D’altra parte, la preferenza verso I canali digitali per concludere l’acquisto è ancora molto legata a tematiche di prezzo, soprattutto per il consumatore italiano, che utilizza il canale online più intensamente rispetto al campione globale sia per ricercare che per ricevere offerte promozionali. Questa è un’area di opportunità per i retailer, che attraverso i canali digitali possono predisporre opportune strategie promozionali e politiche di scontistica, con un approccio attivo basato sulla costruzione di una relazione valoriale con il cliente, allo stesso tempo evitando il rischio di indebolimento del brand.
 
. Gli ambiti dove lo smartphone è più utilizzato sono nella ricerca di prodotto (49% dei consumatori), nel paragone di prezzo (49%) e nella localizzazione di un punto vendita (31%).
 
•  Sia a livello nazionale che globale, comportamenti di “ricerca incrociata” (ricerca in negozio-acquisto online, che prende il nome di showrooming; ricerca online-acquisto in negozio, che prende il nome di reverse showrooming) sono altamente diffusi e comuni a più del 70% dei consumatori intervistati. Rispetto al campione globale, il consumatore italiano tende ad adottare comportamenti di
showrooming, il più delle volte in siti internazionali, in particolare in quei casi in cui trova convenienza di prezzo attraverso il canale online.
 
•  Il futuro del negozio è la continua innovazione tecnologica, dove si prevedono due potenziali traiettorie di sviluppo – da una parte l’utilizzo della tecnologia per rendere il processo di acquisto il più efficiente possibile; dall’altra l’utilizzo della tecnologia per rendere l’esperienza di acquisto il più piacevole e interessante possibile.
In questo ambito, per ora, il cliente italiano sembra più interessato a tecnologie che portino convenienza – come le applicazioni che possono suggerirgli promozioni o offerte con al centro gli sfogliatori di volantini.
In quest’ottica è importante non dimenticare il ruolo fondamentale del personale in punto vendita e l’importanza della sua formazione per prepararlo ad assistere il cliente nell’utilizzo di tali tecnologie.
 

 
Le motivazioni per comprare on line
Per il consumatore italiano la possibilità di ottenere prezzi inferiori sui canali digitali rispetto al negozio è un incentivo molto forte, importante per il 67% dei consumatori, rispetto ad una media del 56% a livello globale (e solo 48% per il consumatore tedesco).
In quest’ottica il consumatore italiano esprime una preferenza maggiore anche nella ricezione di offerte promozionali via email o SMS, testimoniando l’importanza degli strumenti di digital marketing.
Rispetto al campione globale, il consumatore italiano vede meno “valore” nel fatto che i canali digitali possano sopperire la necessità di recarsi in un punto vendita (28% Italia vs 40% globale); ciò riflette la capillarità del tessuto distributivo italiano.
 
Compro on line perchè:


 
 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Sei umano? *

Condividi:

Popolari

Articoli simili
Related

l’IA rivoluzionerà tutto…anche il Retail

L'IA impatterà il mondo ed il retail in modo particolare. Dalla logistica agli acquisti, i processi verranno con ogni probabilità rivoluzionati. È meglio prepararsi per evitare di prendere l'onda del cambiamento in faccia.

Chi ha ucciso Clevi?

Clevi, startup creatrice di un sistema di rilevazione e comparazione dei prezzi retail applicati online, ha chiuso i battenti per mancanza di clienti e fondi, nonostante potesse apportare valore al mercato. Chi sarà interessato ad acquisirne proprietà intellettuale e strumenti di rilevazione?

Una nuova rivista di retail. Perché?

RetailWatch torna dopo 4 anni, in un momento sfidante per il retail nazionale ed internazionale, riprendendo lo stile e gli argomenti per cui è diventato famoso.