La soluzione tedesca per la ristorazione conveniente:Il caso BackFactory.

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BackFactory ha 80 negozi e impiega più di 1.000 dipendenti, utilizzando un modello che punta ad abbattere i costi dei pasti ed a svilupparsi attraverso un’affiliazione di qualità. È un esperimento replicabile anche in Italia?

Nel lontano 2018, mentre ero impegnato in un lungo viaggio dell’Europa in auto, utile al fine di analizzare le innovazioni retail presenti in Austria, Germania, Francia, Belgio, Inghilterra, Spagna e Paesi Bassi, mi imbattei, a Berlino, in un BackFactory del centro.

Il format di ristorazione, dal 2021 parte del gruppo svizzero Valora, mi colpì e, dall’epoca, ne monitorai lo sviluppo.

Oggi BackFactory impiega circa 1.100 dipendenti dislocati in 80 negozi servendo 40 milioni di clienti l’anno in cerca di snack salati e dolci, freddi o caldi.

Il modello BackFactory

L’azienda nasce nel 2002 come panetteria self service per poi ampliare la propria offerta a snack dolci e salati, sempre con una fortissima esposizione sui panificati.

Il cliente sceglie ciò che vuole, lo inserisce sul vassoio e va in cassa per pagare. Il modello ricorda molto quello già utilizzato da Lidl nel suo reparto panetteria.

Lo slogan originale di BackFactory era, infatti, “Facciamo prodotti freschi a buon mercato” perché la loro filosofia si inserisce nella logica tedesca, applicata su larga scala nel mondo dei discount proprio da multinazionali come Aldi e Lidl, che prevede un risparmio non necessariamente collegato ad una diminuzione nella qualità offerta.

La maggior parte dei negozi dell’azienda sono gestiti da partner in affiliazione che forniscono il loro apporto alle decisioni della casa madre partecipando ad un comitato consultivo.

È vanto di BackFactory dire che il primo negozio aperto in franchising è ancora attivo e che l’imprenditore in questione amplia costantemente la propria rete di store, elemento che indica come il modello di affiliazione aziendale sia performante.

Quali suggerimenti per il retail?

Nell’articolo a questo link abbiamo parlato di come i prezzi della ristorazione siano recentemente andati fuori controllo se paragonati al periodo pre-Covid, con aumenti anche del +80/100% in soli 4 anni.

In questo contesto, il consumatore ricerca un forte risparmio che, per essere anche conveniente, deve poter avvenire alle stesse condizioni qualitative.

È in tale chiave che si innesta il progetto BackFactory, sicuramente replicabile anche in Italia. Si tratta di un format che punta ad abbattere l’incidenza del costo del lavoro, vero tallone di Achille per tutti i business che si occupano di ristorazione, fornendo al cliente un modello self a prezzi vantaggiosi che offre un’occasione per mangiare fuori casa senza preoccupazioni.

In Italia, alcune catene di retail, si sono già cimentate nel comparto della ristorazione. Un esempio su tutti è la catena “Con Sapore Conad”.

C’è un tema però di brand perché non sempre il consumatore è portato ad associare ad un marchio della GDO una valenza qualitativa anche nel settore dell’away from home.

Probabilmente, l’ideale sarebbe dedicare brand specifici alla ristorazione, utilizzando modelli che limitino l’impatto del costo del personale, come nel caso di BackFactory, per offrire ai clienti una pausa di valore prima o dopo la spesa.

Se parliamo di brand dedicati, ad esempio il Gruppo Arena, concessionario del marchio Decò per Sicilia e Calabria, utilizza il marchio “Spazio Sapore” per i propri punti ristoro, staccandosi dal concetto grafico del supermercato.

A prescindere dal retail, comunque, in uno scenario inflattivo dove la ristorazione diventa meno competitiva, cimentarsi in modelli come quello di BackFactory diventa un’opportunità imprenditoriale per chiunque abbia interesse a sviluppare business in Italia.

In RetailWatch continueremo a verificare gli sviluppi relativi a format di successo del comparto food away from home, siano essi associati o meno al concept dei supermercati.

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