La nascita di un figlio ha sicuramente un impatto psicologico importante sulle madri ma, nella storia recente, tale impatto si fa sempre più sentire anche nella vita dei neo-papà. Sfortunatamente, la portata precisa del fenomeno è ancora sconosciuta, sebbene di certo rilevante.
In Italia, la tutela della maternità per le donne lavoratrici è un tema regolato da precise normative (D.Lgs. 151/2000). In particolare, tale tutela, ha una sua precisa collocazione all’interno dei provvedimenti riguardanti la sicurezza, per la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, nello specifico per le mamme (T.U. 81/2008).
Sul tema genitorialità, rispetto alla figura del padre, in realtà, sembra che almeno in Italia ci si sia limitati ad integrare la normativa vigente in materia di permessi per il lavoro, con il congedo per il padre in occasione della nascita dei figli, ma nulla in realtà sembrerebbe essere cambiato rispetto alla considerazione degli aspetti psicologici che riguardano la figura del padre nella coppia genitoriale.
La sacralità della genitorialità come prerogativa squisitamente femminile, in particolare per la cultura occidentale, a volte sembra non considerare gli aspetti emotivi che riguardano oggi più che mai i padri nel passaggio di modernizzazione dalla famiglia patriarcale a quella nucleare contemporanea ed i relativi riflessi anche sulle prestazioni e le relazioni lavorative.
Così come le famiglie cambiano, anche i padri, oltre ad essere lavoratori, diventano elementi sempre più attivi nella gestione dei figli, amplificando, attraverso un vero e proprio processo di evoluzione (Darwin docet!) atteggiamenti e sentimenti quali la commozione, la tenerezza, il senso di attaccamento anche fisico per i figli.
E siccome i padri sono anche lavoratori, le prestazioni, le relazioni ed i rapporti nei luoghi di lavoro risentono inevitabilmente di questi cambiamenti.
È dimostrato che anche i padri, prima e successivamente alla nascita di un figlio, possono sviluppare importanti cambiamenti sul piano fisiologico e fisico (ormonale con riflessi sul Sistema Nervoso Centrale) con importanti ricadute in ambito comportamentale emotivo ed affettivo. In alcuni casi si può arrivare persino allo sviluppo di veri e propri disturbi affettivi perinatali paterni (PPND), in particolare appartenenti allo spettro depressivo.
La sintomatologia di questi quadri patologici è tristemente “democratica”, infatti avvicina molto gli uomini ad un mondo fenomenologico-affettivo e patologico che fino a pochi anni fa sembrava essere di esclusivo appannaggio femminile.
In Italia, il fenomeno della depressione paterna è studiato ma non esistono ancora realtà strutturate che affrontino realmente il problema a sostegno dei padri in difficoltà.
Anche i dati relativi alla diffusione del fenomeno a livello internazionale sono abbastanza discordanti tra loro: secondo alcuni studi, l’incidenza varia da 1,2% a 25% (Wang et al.,2021), mentre in alcuni studi di ricerca la percentuale di padri che soffre di depressione dello spettro perinatale, si colloca tra il 5% e il 10% (Eddy et al., 2019).
La differenza sostanziale e preoccupante rispetto alla depressione materna, consiste nel fatto che il disturbo può presentarsi anche dopo un anno dalla nascita del figlio, mentre nelle donne, invece, può manifestarsi dal primo mese di vita del bambino oppure già durante la gravidanza stessa.
E se in Italia siamo ancora agli albori nella ricerca e nel sostegno a questo fenomeno, In Australia e Nuova Zelanda, per esempio, sono numerose le società di consulenza aziendale che si occupano di offrire servizi di supporto psicologico ai lavoratori, in particolare ai padri.
Un interessante iniziativa che si chiama “SMS 4 Dads” (https;//sms4dads.com), offre supporto ai padri in difficoltà a causa del disagio che può rientrare nella fattispecie dei PPND e, oltre a fornire specifiche consulenze sul tema, ha strutturato un sistema attraverso un servizio di emergenza attivo 24 ore su 24 il cui accesso avviene tramite l’invio di un semplice sms.
In buona sostanza, queste nuove problematiche riguardanti il benessere mentale dei padri lavoratori, che fotografano una società in cambiamento, dovrebbero farci riflettere su quanto sia importante ripensare alla gestione delle presone all’interno delle aziende.
Conoscere queste tematiche ed essere sensibili alle moderne problematiche, può essere molto utile per chi gestisce team di lavoro, perché solo con l’attenzione all’ unicità dei singoli individui è possibile occuparsi davvero di “risorse umane”.
Articolo realizzato grazie alla collaborazione della dott.ssa Donatella Orsini, psicologa con esperienza pluriennale nella gestione delle risorse umane.