Settembre 2019. Eh, si fa presto a dire sostenibilità e a fare comunicazione stile green washing. È più difficile non dire nulla e fare sostenibilità.
È il caso della solita Esselunga che non dice e fa e il povero giornalista deve correre di qui e di là per capire, per scrivere. Ma ne vale la pena.
Dunque oggi vi raccontiamo un progetto di circolarità impiantato da Esselunga e il suo articolato percorso:
La prevenzione
. Sono stati approntati nuovi sistemi di analisi dati per controllare la gestione delle scorte e il monitoraggio delle eccedenze,
. Sono state condivise diverse informazioni con i fornitori e incentivi per chi passava a pratiche sostenibili,
. Sono state adottate tecnologie di frigo-conservazione avanzate.
Il riutilizzo e la ridistribuzione
. Sono state allestite aree ad hoc per gli sconti su prodotti in scadenza, è stata lanciata una mobile APP,
. Ha aderito a iniziative pilota di ridistribuzione locale alle associazioni non profit.
Il recupero per consumo animale
. E’ stata effettuata la vendita di scarti non edibili a produttori di mangimi (ex: ossa).
Il recupero in senso stretto
. E’ stato favorito il recupero di olii esausti per produzione di biogas da cui ottenere biometano per i propri mezzi di trasporto.
Il giudizio di RetailWatch
Non c’è molto da dire nel merito. Se proprio dobbiamo muovere una critica è che certe azioni andrebbero comunicate per il buon impatto che hanno sulla brandpolicy, sulla credibilità del brand e quindi sul posizionamento nel breve e nel lungo periodo.