Le sei petizioni online per e della GDO

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Le sei petizioni online per e della GDO
 
Ottobre 2015. Change.org è una piattaforma web internazionale che si occupa di petizioni. Il sito web conta più di due milioni di utenti registrati ed è un punto di riferimento per quello che da più parti viene definito “click activism”.
Non ci dilungheremo sulla crisi delle ideologie e dei partiti (non è questo il luogo), né sul decadimento della politica o sul cambiamento dei valori della società moderna, ma vogliamo sottolineare come l’attivismo da tastiera sia ormai la nuova frontiera della partecipazione, sia essa civile, politica o sociale.
Dietro lo schermo di un pc (o di uno smartphone) nascono e si formano generazioni di uomini e donne che disertano i classici luoghi d’interazione, prediligendo pillole d’informazione, distillati di relazioni, espressioni abbreviate e sentimenti “emoticonizzati”.
Ma cosa c’entra tutto questo con il retail?
C’entra, eccome. Se da un lato la multicanalità impone a tutti gli attori della distribuzione di adottare una strategia web-based, implementando un e-commerce o semplicemente aprendo una pagina Facebook per interagire con i clienti, dall’altra la rete rappresenta un fattore endogeno di cambiamento quando, come nel caso Change.org, porta avanti delle petizioni che possono trovare riscontro di popolo e, spesso, anche da parte dei palazzi della politica.
 
Digitando su change.org la parola supermercati, ci appaiono almeno cinque petizioni che meriterebbero le attenzioni delle direzioni commerciali e marketing delle aziende di distribuzione. Vediamole insieme (dati aggiornati al 24/10/15):
 
. 1 Stop allo spreco alimentare in Europa!#stopfoodwaste
Numero sostenitori: 679.209
 
La petizione indirizzata al Presidente della Commissione Europea Juncker e ad altre istituzioni interessate dal tema, si pone l’obiettivo di raggiungere un milione di sottoscrizioni in Italia. La petizione, in sintesi, chiede alla Commissione Europea di normare la donazione, da parte degli operatori della grande distribuzione, del cibo invenduto ancora edibile ad organizzazioni no-profit. Secondo dati pubblicati sulla rete, in Europa ogni punto vendita della GDA butta (in media) ogni giorno ben 40 kg di prodotti alimentari. Già in Francia la petizione di Change.org ha spinto l’Assemblea Nazionale a legiferare, imponendo ai supermercati di organizzarsi entro il prossimo luglio per evitare pesanti multe.
 
Ci sono, a nostro avviso, diversi spunti di discussione:
1)Buttare via è un gesto semplice, recuperare il cibo richiede lavoro. Chi deve farsene carico?
2)Chi vigilerà sull’effettiva applicazione delle norme?
3)La legge varrà per tutti? Anche per il commercio tradizionale?
 
 
Si all’indicazione dello stabilimento di produzione sulle etichette dei prodotti alimentari
Numero sostenitori: 9.429
 
La petizione, lanciata da “Il Fatto Alimentare” è indirizzata ai ministri dello Sviluppo Economico, della Salute e delle Politiche Agricole del Governo italiano. L’intestazione dice tutto: si tratta di spingere il governo a farsi promotore di una deroga che reintroduca l’obbligo, cancellato dalla norma UE 1169/2011, di indicare il luogo dove sorge lo stabilimento di produzione del prodotto. La normativa europea, in verità, lascia la facoltà di indicarlo o meno e in molti, volontariamente, continuano a mantenere l’indicazione come segnale di trasparenza verso i consumatori. Ma tra facoltà ed obbligo, spesso, scorre nel un marasma di situazioni equivoche  che non vanno sicuramente a vantaggio del consumatore. Nelle ultime settimane il governo ha fatto dei passi in avanti su questo tema, staremo a vedere.
 
Chiudere i centri commerciali la domenica e i supermercati in genere
Numero sostenitori: 4.407
 
Questa petizione, dal titolo ambiguo (chiudere i supermercati in genere? per sempre? non era più chiaro scrivere “chiudere i centri commerciali e i supermercati la domenica?”), nasconde un malessere diffuso non tanto tra i consumatori quanto tra i lavoratori. E non è cosa da poco. Nonostante la sottoscrizione non raggiunga numeri elevati, notiamo che la quasi totalità dei firmatari lavora nella GDO e commenta negativamente il fatto di non poter godere della domenica come giorno da dedicare alla famiglia e agli affetti, al riposo e al tempo libero. Secondo gli estensori della petizione le aperture domenicali “non risolvono questa crisi economica” (e ci mancherebbe), e sarebbe “perfettamente inutile lavorare i festivi per chi ha famiglia o per chi si vuole divertire”.
Fermo restando una posizione quasi ideologica, più che sostanziale, il nodo non è sciolto e c’è da fare i conti con questo malcontento che aleggia tra gli scaffali e i depositi del punto vendita. Non ci sarebbe da meravigliarsi se qualche deputato o senatore volesse farsi ancora portavoce di questo malcontento, che spesso si traduce in consenso e in voti.
 
Questioni aperte:
La sola maggiorazione domenicale (30%) è un vero incentivo a lavorare di domenica?
La chiusura “ex legem” di tutti i supermercati (anche iper, discount ecc…)intaccherebbe realmente il business aziendale?
Lo shopping è un modo di impiegare il tempo libero?
 
Stop all’invasione dell’olio di palma
Numero sostenitori: 163.005
 
Se ne parla da mesi ed è sicuramente uno dei trend d’acquisto più diffusi degli ultimi tempi. La petizione lanciata, anche qui, da “Il Fatto Alimentare” registra adesioni tra i consumatori più consapevoli, che prima di comprare leggono l’etichetta. C’è da dire che si è fatto, forse, anche un po’ di terrorismo mediatico buttando nel calderone l’intera categoria dei dolci, delle creme spalmabili e degli snack in genere. Oggi il consumatore è quasi diffidente verso questi scaffali, penalizzando anche l’industria di marca che s’impegna a produrre con etica, nel rispetto di standard qualitativi e negli interessi del consumatore. Senza voler entrare nel merito degli studi scientifici pro/contro l’olio di palma, vogliamo sottolineare che si è ormai creato un sentiment negativo nei consumatori che difficilmente cambierà. E le aziende dell’IDM e della GDO dovranno tenerne conto, selezionando i fornitori, modificando gli assortimenti e proponendo prodotti che non prevedano l’uso dell’olio incrimanato. Questo significherà, probabilmente, aumento dei costi e ricadute sui prezzi.
 
Un “carrello per Fido” in tutti i supermercati
Numero sostenitori: 2669
 
La questione degli animali nei supermercati è spinosa, tutt’altro che semplice. Da una parte le rivendicazioni di animalisti e proprietari di animali, dall’altra quelle dei clienti igienisti “ortodossi”.
Qualche insegna ha risolto, prevedendo carrelli dedicati a cani e gatti, ma il nodo da sciogliere per molti altri retailer. Se è vero che il regolamento europeo in materia esclude i supermercati dall’obbligo di consentire l’entrata ai soli cani (non si parla di gatti o altri animali, eppure…), dall’altra la fetta di clienti “pet-lover” è decisamente appetitosa e, spesso, la possibilità di fare la spesa con Fido è una discriminante di scelta del punto vendita. Se dedicare dei carrelli a Fido ci sembra una scelta abbastanza onerosa sotto tanti punti di vista, una maggiore trasparenza su norme e regolamenti comunali aiuterebbe il cliente a scegliere con maggiore consapevolezza luoghi e orari della spesa, evitando discussioni e sceneggiate alle casse.
 
Ogni petizione esaminata porta con sé delle riflessioni, che lasciamo ai lettori e ai prestigiosi interlocutori che animano le pagine di questo giornale. Di certo non c’è da sottovalutare la potenza della rete e l’effetto mediatico che potrebbe riscuotere una petizione con migliaia di sostenitori. Che sono, chi più chi meno, migliaia di clienti e potenziali clienti della distribuzione alimentare, a cui appare necessario comunicare il posizionamento d’insegna sui temi citati.
 
6. Liberalizziamoci.it, contro il monopolio delle farmacie per i farmaci della fascia C
Non va poi dimenticata l’iniziativa di Conad sulle liberalizzazioni e la raccolta delle firme.
http://www.liberalizziamoci.it/
E’ arrivata per ultima la piattaforma di raccolta firme voluta da Francesco Pugliese, ad di Conad, contro la politica rinunciataria del governo sulle liberalizzazioni, da qui il nome del sito. Quella di Conad è firmata ed è sicuramente la più coraggiosa. Non fa parte del system change.org.
 

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