L’indigestione romana di Magazzini Gabrielli (Tigre)

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Il Gruppo Gabrielli chiude uno dei 54 supermercati rilevati da Distribuzione Roma, società collegata a Coop Alleanza 3.0. È il segnale che qualcosa nella Capitale non sta funzionando?

Passando a Roma in via Giorgione 57, ci siamo accorti che il punto vendita Tigre, ex Coop, era chiuso al pubblico, con le insegne smontate come visibile nelle foto qui sotto. Anche Google, poi, ci conferma che la chiusura del supermercato è definitiva nel momento in cui cerchiamo l’indirizzo su Maps

Di che negozio si tratta?

Questo negozio faceva parte del pacchetto di 54 store che Magazzini Gabrielli aveva acquisito nel 2023 da Distribuzione Roma, società collegata a Coop Alleanza 3.0, al fine di intensificare la propria presenza commerciale a Roma e nel Lazio. Di questi supermercati, infatti, ben 41 erano nel comune della Capitale e 12 all’interno della sua provincia.

In precedenza, il punto vendita aveva battuto anche le insegne del Gruppo Tuo di Roma, azienda che all’epoca apriva, tra gli altri, supermercati a marchio Despar, discount “Tuodì” ed i cash & carry denominati “Asso” mentre oggi concentra principalmente il proprio sviluppo sui negozi beverage specialist ad insegna “Doreca”.

La ritirata di Coop e l’avanzata di Gabrielli

Coop negli anni ha ridotto grandemente la propria presenza all’interno della Capitale. Recentemente, anche Unicoop Firenze ha contribuito a tale fenomeno, cedendo a Pac2000A (Conad) i 13 punti vendita della rete Doc Roma.

Parliamo di uno scenario verificatosi, allo stesso modo, nel Meridione. Coop, infatti, opera in Campania, Calabria, Puglia, Sicilia e Sardegna prevalentemente attraverso accordi di master franchising.

La mossa di Magazzini Gabrielli arriva in un momento in cui la GDO, come visto in altri articoli, sta vivendo un processo di concentrazione che, spesso e volentieri, passa attraverso le acquisizioni a causa della saturazione del mercato che riduce notevolmente il numero delle location disponibili per fare sviluppo.

Chi compra aziende di supermercati, come ha fatto Gabrielli, punta ad acquisire dimensioni maggiori di modo da competere in modo più efficiente soprattutto contro i discount ed i grandi player della GDO locale che, nel tempo, sono diventati avversari commerciali sempre più ostici.

La scarsità delle location ha generato un incremento dei prezzi d’acquisto delle attività distributive. Se, fino a qualche anno fa, si potevano rilevare supermercati ad un prezzo pari a circa il 30/35% della cifra d’affari, oggi tale soglia è aumentata per spingersi fino al 50%. In altre parole, un negozio che fattura 6 milioni di euro ne costa 3. Parliamo di investimenti importanti.

Non c’è dubbio che Gabrielli abbia dovuto investire una cifra ragguardevole per acquistare i 54 supermercati di Distribuzione Roma e che tale cifra pesi in modo significativo sul bilancio aziendale. In questo contesto, dunque, è importante mantenere stabili le vendite, per evitare che l’incidenza dei costi incrementi, rendendo fallimentari alcuni negozi.

L’indigestione romana

Subentrare alle reti Coop non è mai stato semplice per molte aziende retail perché questi negozi sono sempre stati in grado di attrarre consumatori, soprattutto grazie al proprio prodotto a marchio altamente fidelizzante.

Da molte survey che sono state realizzate nel corso degli anni, emerge che quasi il 70% dei clienti sceglie l’insegna dove fare la spesa soprattutto in base alla qualità ed all’ assortimento dei prodotti MDD. Quasi la metà delle persone, poi, è disposta a fare della strada in più per raggiungere il pdv che tratta i prodotti a marchio ricercati.

Una larga parte dei consumatori, in poche parole, non è semplicemente disposta a rinunciare alla propria MDD preferita. Il cambio insegna, quindi, per Gabrielli, non dev’essere stato semplice in quanto educare il cliente al consumo di prodotti completamente diversi è complicato e può richiedere tempo e risorse.

In aggiunta, Gabrielli non ha tendenzialmente delle performance eccelse, se paragonate ad altre realtà che operano nella Capitale. I punti vendita ad insegna “Conad”, per esempio, fatturano mediamente 7.700€/mq nella provincia di Roma mentre i Carrefour Express arrivano a 8.900€/mq, i Pam Local a 7.200€/mq ed i supermercati Castoro (GROS) a 7.200€/mq.

Certamente parliamo di format che hanno metrature di riferimento differenti ma, in ogni caso, registrano risultati migliori in termini di redditività/mq rispetto all’insegna “Tigre Amico” che produce mediamente 6.000€/mq.

Il negozio che citiamo in apertura ha chiuso dopo essere stato aperto per anni sotto le insegne del Gruppo Tuo e di Coop. È chiaro, quindi, che qui qualcosa non ha funzionato. Ci auguriamo che Gabrielli possa far fruttare il proprio investimento, riuscendo a mantenere attivi i negozi storici acquisiti da Distribuzione Roma, magari adottando una politica commerciale che, specialmente nella Capitale, dia un impulso alle vendite rendendo più profittevoli tali store.

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