Liverani-Doxa: i nativi digitali sperimetano linguaggi

Data:

Liverani-Doxa: i nativi digitali sperimetano linguaggi

Luglio 2013. Si è tenuto a Milano il secondo di tre convegni, organizzati da CDV Conference in collaborazione con RetailWatch. È stato dedicato ai nativi digitali, al loro peso nella società italiana, alle trasformazioni che stanno subendo o intraprendendo. Pubblichiamo una sintesi della relazione di Cristina Liverani di Doxa.it.

Il ruolo del genitore, dice Liverani, è difficile e complesso. Provoca:
. sensi di colpa per non aver vigilato,
. scoraggiamento verso il futuro che appare carico di ansia e preoccupazioni,
. mancanza di un modello di riferimento.
Questi i pensieri diffusi: “Non so cosa volere per lui”, “Ho paura di non riuscire a dare ai figli quello che serve”.

Ci sono poi elementi nuovi da gestire, come il concetto di limite e l’impatto della crisi economica.

I nativi digitali rappresentano un target complesso. Sono i ragazzi nati dal 1995 in avanti. Vivono una simbiosi strutturale con la tecnologia che influisce sul loro modo di interpretare la realtà.
I nativi digitali stanno sviluppando nuove rappresentazioni, metodi per conoscere e fare esperienza del mondo, stanno in altri termini sperimentando differenti schemi di interpretazione della realtà che li circonda, e conseguentemente differenti modalità di apprendimento e comunicazione.

I media hanno un ruolo preciso
Oggi la tecnologia è considerata preponderante nella vita dei bambini/ragazze e irrinunciabile. Nei confronti dei media si è ambivalenti:
. se ne coglie il potenziale, è espressione di una componente maschile, è velocizzazione, immediatezza della risposta, contemporaneità, potenziamento,
. ma se ne temono anche le conseguenze: parzialmente incontrollabile, soprattutto le mamme tendono a dosarla, in quanto ritenuta iperstimolante, passivizzante, foriera di dipendenza.

Le attività svolte in internet almeno una volta all’anno prediligono Facebook (90%), YouTube (51%), Wikipedia (44%), Skipe (15%), Msn (13%) e in queste preferenze sono molto diversi dalla generazione successiva. Facebook è ovviamente utilizzato per guardare i profili degli amici, ma anche chattare, aggiungere foto, postare notizie, aggiornare lo status, rispondere alle domande.

Il bambino influenza la scelta di acquisto dei prodotti soprattutto indicando quelli che vuole quando è con i genitori nel punto di vendita, molte volte indica la marca del prodotto.

I bambini di 8-9 anni si definiscono stressati, riferiscono di giornate piene di impegni e la fruizione di cose nel tempo libero appare di fatto limitata dall’effettiva mancanza di tempo. Sono ancora desiderosi di essere bravi bambini.
I bambini di 11-12 anni sono già proiettati all’esterno, fortemente legati ai loro pari, e di conseguenza a situazioni di condivisone gruppale e extra-famigliare, agiscono con le prime istanze di controdipendenza.

Doxa.it, in collaborazione con Futurebrand poi ha studiato 4 profili tipologici di nativi digitali, 4 mondi, 4 prospettive di marca e 4 prospettive di consumo.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Sei umano? *

Condividi:

Popolari

Articoli simili
Related

GruppoArena Vs EuroSpin Sicilia. Come la concorrenza discount impatta su un leader regionale.

Che impatto ha una quota discount regionale elevata (>30%) su un'azienda leader del comparto super?Scopriamolo analizzando i conti del Gruppo Arena e di EuroSpin Sicilia.

MD vs Dimar. Due modelli a confronto.

I modelli di business vincenti in ambito super e discount sono profondamente diversi. Analizziamo quelli di due aziende importanti (Dimar & MD), scoprendo che non sono sempre i discount a fare la parte del leone nel produrre profitto.

Carrefour & gli errori da evitare nel Franchising.

Carrefour in Italia ha privilegiato lo sviluppo del franchising. Analizziamo le sfide che derivano da tale settore e i numeri di una società (GS SpA) molto importante per il Gruppo.

La concentrazione di DMO ha pagato? Analizziamo i numeri di Gruppo.

DMO SpA, nel tempo, in ambito distributivo ha scelto di focalizzarsi su drugstore e profumerie, cedendo il controllo di attività no core. Vediamo, analizzando i numeri, se la scelta ha pagato o meno.