Loacker, sempre che bonta’?
Ottobre 2013. Loacker è una di quelle marche – poche – che non si può non amare. E’ un “lovemark” naturale, fatto di prodotti davvero buonissimi e di grande qualità, con un retrogusto d’innocenza e mondo semplice, quindi oggi ancora più irresistibile. E’ una marca specialista che ha saputo rinnovarsi con nuovi prodotti senza mai perdere il focus: e questo è un grandissimo merito. Come lo è avere lo stesso pay-off da sempre ed è per questa perseveranza che tanti se lo ricordano. Quindi un pay-off di nome e di fatto. Solo l’identità a scaffale richiederebbe una revisione evolutiva: le sue radici forse affondano in un epoca, direi gli anni ’70, in cui trasferire il senso di industrialità rendeva grande anche lo specialista.
Oggi la nostra percezione è cambiata, la grande industria lotta per trovare uno spazio rilevante schiacciata tra il value for money delle PL e la superiorità percepita del “piccolo” specialista. Loacker avrebbe una maggiore coerenza tra la qualità assoluta del dentro, che giustifica un posizionamento premium, e il suo apparire fuori se evolvesse quella presenza a scaffale, liberandosi di quel tratto originale di industrialità per esaltare i suoi contenuti di specialista di un mondo semplice e quindi, ingenuo e quindi genuino: una poesia premium.
Silvia Barbieri