Locale, unico e universale: il paradigma di Future Concept Lab

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Locale, unico e universale: il paradigma di Future Concept Lab

Unique&Universal è un paradigma che fonde locale (con una fortissima identità) e globale, dove il locale diventa unico, universale, e, come tale, riconosciuto. Si trasforma cioè in un riferimento universale. È, come avrete capito, l’antitesi della massificazione e dei meccanismi che governano i mercati di massa. “L’Italia –dice Francesco Morace, presidente di Future Concept Lab- ha un formidabile potenziale in questo punto di forza, proprio in quello che apparentemente potrebbe sembrare un punto di debolezza. Le analisi più avanzate sulla realtà sociale e individuale, dimostrano che la normalità di ognuno è ormai costituita da eccezioni. La visione economica concentrata sullo standard si sta ormai esaurendo, indebolendo la stessa concezione di identità piatta, dell’economia di scala, della ripetibilità infinita come vantaggio competitivo. La forza nel mercato globale sarà invece manifestata da chi è in grado di produrre eccezioni, esperienze uniche, prodotti straordinari, affrontando la difficile sfida dell’attrattività”.
Lo studio dei paradigmi di Future Concept Lab, indica altri fattori per focalizzare meglio la propria strategia e favorire lo sviluppo di questo paradigma e la scommessa che prevede nei prossimi anni lo sviluppo di mercati iperlocali: la diffusione degli smartphone e lo stretto collegamento con piccoli operatori e commercianti locali crea infatti offerte sempre più personalizzate e mirate su specifici territori.

Le App per la fidelizzazione
Lo stesso può accadere sul versante delle promozioni e della loro strategia di fidelizzazione, grazie proprio all’uso degli smartphone. Shopkick è una app gratuita che cerca di far diventare conveniente il semplice ingresso nel punto di vendita: è stato adottato negli Usa da: Bets Buy, Target, Macy’s, Crate&Barrel. Lo stesso fa un’altra app come Quicker Feet: il retailer lancia on line una promo, il post si sviluppa sulla app e quindi sui singoli smartphone dei clienti che sono pronti ad approfittare della promo in una sorta di conversazione continua fra cliente e commerciante.
Snapette è una app per chi cerca capi e novità di moda. Una piattaforma digitale permette di sfogliare e condividere sullo smartphone capi e borse di negozi specializzati o di siti internet. Sono solo alcuni esempi per dire che è necessario coniugare personalizzazione e omologazione con meccanismi semplici e intuitivi. Utilizzando i meccanismi di base della commercializzazione (promozione e convenienza), favorendo la sinergia tra commercio on e off line con contenuti ludici, interattivi.

Vending machine nel negozio
La promozione innovativa, come questa di Uniqlo, prima in Giappone e poi in Gran Bretagna, produce sicuri successi e maggior penetrazione del brand e di nuovi sub brand, addirittura in un incredibile esperimento di multicanalità: Uniqlo per il lancio della sua nuova sub brand con tessuti innovativi e particolari tecnologie, ha inserito nel punto di vendita di Londra-Regent Street alcune vending machine che proponevano a prezzi particolarmente scontati questi nuovi capi tecnologici con un nuovo tipo di pack a forma di tubo di palline da tennis. La tecnologia produttiva di marca si fonde quindi con innovazione commerciale in una sorta di atto di acquisto esperienziale unico.

Biscotti ripieni di gelato on the move e lavanderie-bar
Il desiderio fisico e psicologico presente in ciascuno di noi va assecondato con proposte effervescenti con riferimenti ironici, proponendo quasi un sogno ad occhi aperti. L’evaporazione di muri e steccati, visivi e virtuali, tipici di questi ultimissimi anni che stiamo vivendo sta rilanciando la tipologia di vendita del concept store, in quanto trasversale e, di fatto, multicanale e multi merceologico se agganciato a una piattaforma on line. Addirittura sta arrivando il multiprodotto. Ad esempio Coolhaus, che si ispira alla celebre frase, pescata nella Bauhaus e rilanciata da Rem Koolhaas “La forma segue la funzione” è stata utilizzata da due studentesse di Los Angeles per proporre camioncini on the move, presenti in siti itineranti con un rigido calendario via internet, che vendono biscotti ripieni di gelato. Pensate davvero che non sia una formula di successo?
Sul dissolvimento di barriere decennali è utile riportare quanto scrive la stampa Usa, viste le code che si formano a ogni lancio di prodotto: “Apple Store è davvero ancora un negozio, inteso come tale. C’è un limite a ciò che è permesso fare?”. Se volete la risposta sta nell’idea di Wash&Coffee, una catena di lavanderie fondata da Bosch e Henkel. Ovviamente c’è una lavanderia che funziona come tale, ma gli spazi accessori, coma la sala di attesa con il bar, la connessione wi-fi, i tv al plasma sintonizzati su canali tematici, la dice lunga sulla possibilità di abbattere ulteriori mura.

Orti sopra i tetti dei supermercati
Fino a pochi anni fa l’obiettivo principale del retailer e del negozio era offrire servizi. Oggi le tre nuove parole d’ordine sono: riflettere, scoprire, agire. Il negozio è come un cortile di una vecchia casa di ringhiera dove succedono sempre cose diverse e chiunque affacciandosi le può vedere e addirittura parteciparvi. Grazie a questo sistema ideale  il retailer può trasmettere un differente ruolo da quello commerciale, o, se volete può integrarlo e essere riconosciuto per la capacità di agevolare l’evoluzione della vita quotidiana, fra cui la coscienza ambientale e civica, schierandosi a fianco del consumatore-cittadino e delle sue esigenze, magari grazie a tecnologie semplici e dirette.
Sentite questo caso. Negli Usa, come da noi, cresce la voglia di cibi naturali, freschi, con un basso impatto ambientale, che evitino l’uso di pesticidi e non siamo trasportati per km e km. Per questo è nata BrightFarms: una felice sintesi di riduzione dei consumi energetici e di coltivazione urbana. BrightFarms costruisce a sue spese una serra idroponica sul tetto del supermercato, gestendola utilizzando impianti per la raccolta del calore disperso, ad esempio provenienti dalle celle frigorifere e dall’aria condizionata. Il supermercato si impegna ad acquistare a una prezzo stabilito il prodotto delle serre sopra il suo tetto. In pratica BrightFarms si fa interprete di un bisogno/desiderio dei cittadini di lavorare il proprio orto, nella propria zona di residenza e lo ha trasformato in business, non tralasciando di sottolineare il basso impatto ambientale prodotto.

La parete verticale accessibile
Qualcosa del genere ha fatto l’italiana Salewa, produttore di attrezzature per la montagna. Ha costruito a Bolzano, non lontano dallo svincolo autostradale una parete da arrampicata. Eco i numeri: 1850 m²  superficie per arrampicate indoor,  190 m²  per arrampicate outdoor   200 m²  per boulder indoor,   220 m²  per boulder outdoor, 175  vie di arrampicata indoor e outdoor,   120  vie per boulder indoor,  120  vie per boulder outdoor,   18,5 m  di altezza "Challenge area”,   9,5 m  di lunghezza a strapiombo “Challenge area”. I prezzi di accesso sono modesti e si possono noleggiare sul posto le attrezzature. Ovviamente Salewa. Lo sport va in città, in modo permanente, accessibile a tutti, con una scuola e insegnanti ad hoc e crea ricchezza, in tutti i sensi per la comunità, abbattendo il muro che separava, in questo caso, pubblico e privato. Un esempio da seguire.

A proposto di creare eccezioni ed experience, FutureConceptLab segnala la possibilità del sito CoutureSociety, una piattaforma per acquistare direttamente i capi delle sfilate, che non si trovano in nessun negozio. Il cliente guarda nel sito, in diretta la sfilata e la collezione dello stilista e sceglie il capo da acquistare. Un modo premium di avvicinarsi all’alta moda. Trunkclub è un sito che mette a disposizione stylist: il cliente con lui sceglie i capi e gli abbinamenti. Il sito glieli manda a casa e lui può scegliere quali tenersi e restituire gli altri: una sorta di servizio personali

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