Ma la GDO può essere democratica?
Luglio 2015. Democrazia in greco è un termine formato da due parole: demos, popolo e cratos, potere: estermizzando, il governo è affidato ai cittadini. Sul concetto di democrazia si sono spesi diversi filosofi. Leggere allora questa pagina pubblicitaria di Conad dal titolo “La democrazia è merce rara” fa sobbalzare sulla sedia. Cosa c’entra mai la democrazia con la Gdo, con i supermercati?
Conosco Francesco Pugliese da 20 anni e l’ho seguito nelle ultime aziende che ha diretto, non sempre condivido quello che fa, ma è giusto così, non è vero Francesco? Mi pongo allora la domanda: cosa vogliono dire Pugliese e il Conad con questa uscita promo-pubblicitaria?
Vediamo.
“La democrazia è un metodo, non un piatto pronto. In quanto libertà di scelta la democrazia si riflette nella gamma di prodotti offerti nei negozi, ma soprattutto si incarna nella sensibilità con cui ogni socio immagina lo sforzo di tante persone nel fare la spesa”.
La pubblicità di Conad poi elenca la bontà della promozione Bassi e fissi che hanno alla base qualità e convenienza.
“Democrazia è dare valore ai prodotti tipici con Sapori&Dintorni. Democrazia è sostenere in prima persona il rapporto con i clienti mettendo in discussione il proprio mestiere, la propria storia e sensibilità”.
E conclude: “Parlare di democrazia per un’insegna è vendere tutto ciò che non ha prezzo”.
Il nostro sentiment
Partiamo dalla fine e da questo richiamo che il copywriter sottolinea: lascia intravvedere che oltre le merci ci siano le persone, i clienti e gli imprenditori e i loro valori. È un posizionamento perfetto perché mettere al centro le persone e le due categorie richiamate ha un valore inestimabile e davvero si può parlare di democrazia: i clienti scelgono e votano tutti i giorni; nel fare la spesa dichiarano chi fa bene e chi no.
Un po’ meno convincente è la questione della convenienza che è davvero difficile da legare con la democrazia. Conad non è in cima alla classifica dei prezzi più competitivi (vedere le tabelle di AltroConsumo pubblicate anche da RetailWatch), lo diventa con le promozioni, ma questo è un altro capitolo, molto distante dal metodo della democrazia.
Lo è invece quando rispetta le filiere e le remunera con il giusto compenso: mettendo al centro il lavoro di chi fa fatica nei campi, Conad compie certamente un atto democratico. E questo dovrebbe far riflettere tutta la Gdo, non in termini di comunicazione ma per pura sopravvivenza nel futuro.
Su Sapori&Dintorni Pugliese ci deve scusare. Abbiamo più volte scritto in modo positivo del concept e del suo sviluppo, ma da quando è stato inserito il banco del sushi, il concetto di territorio e di italianità va a farsi benedire. Un vero peccato.
Concludendo: crediamo si possa fare davvero democrazia nella Gdo come richiamato da questa pagina pubblicitaria di Conad, a patto di non confondere le promozioni con la convenienza (“Abbiamo fatto risparmiare i nostri clienti” come dicono troppi retailer e diverse IDM), mettendo le persone (i clienti e gli imprenditori al centro dei processi) e sforzandosi di stare dalla parte dei cittadini.
Per i puristi mischiare valori universali con la pubblicità pro-domo è inaccettabile. Noi siamo un più elastici, va bene se serve a tracciare nuovi sentieri di sviluppo, tenendo al centro i valori ai quali è indispensabile richiamarsi di continuo. Ben venga allora la pagina di pubblicità di Conad.
Per il futuro
Prossimo capitolo auspicabile per parlare di democrazia: la sostenibilità e la condivisione, da non confondere con il risparmio energetico e il recupero dei prodotti in scadenza da mandare nelle mense delle persone disagiate.
Leggete per tempo l’enciclica Laudato Si di Papa Francesco.