Negli ultimi tre anni sono stati chiusi 1.000 pdv
Maggio 2015. Nel triennio 2012-2014 sono stati chiusi circa 1.000 punti di vendita, secondo dati IRi e Nielsen.
Nel biennio 2013-2014 le chiusure hanno interessato circa 220.000 mq distribuiti nelle tipologie di vendita di ipermercati, supermercati, superette e discount.
Il numero è interessante ma non possiamo associarlo a singole insegne. Alcune, come nel caso di Esselunga hanno si chiuso alcuni punti di vendita, ma per sostituirli con negozi più grandi. In Coop Firenze, per fare un esempio opposto, gli ipermercati non sono stati chiusi ma hanno lasciato posto a superstore con superficie più ridotta.
Se partiamo dall’assunto che sono stati chiusi i negozi marginali o mal performanti possiamo dire che questo effetto ha prodotto:
. un risparmio nei costi di gestione,
. un risparmio negli affitti,
. un risparmio nei costi logistici.
I dati non parlano di riduzione del personale che, con ogni probabilità, è stato ricollocato in altri punti di vendita.
Alcuni osservatori usano il termine rottamazione, dall’orribile significato (usato ahimè anche in politica) perché in realtà viene cancellato un investimento fatto in precedenza. Meglio parlare di razionalizzazione della rete di vendita, a beneficio di una maggior efficienza.
Sarebbe interessante vedere le poste dei conti economici, al riguardo, e analizzare i dati e i risparmi effettuati al netto degli ammortamenti eseguiti.