Nielsen: Italiani fiduciosi ma tagliano ancora spesa
Luglio 2015. L’indice di fiducia dei consumatori italiani nel secondo trimestre 2015 si colloca in territorio positivo, facendo registrare un incremento di 2 punti rispetto al dato dello stesso periodo dell’anno precedente (53 vs 51 del secondo trimestre 2014). Nello stesso tempo si registra un calo di 4 punti rispetto al trimestre precedente, che aveva segnato un’impennata di 11 punti a livello tendenziale. L’indice di fiducia degli italiani si trova ancora lontano dalla media europea (79 punti) e da quello di Gran Bretagna (99), Germania (97) e Francia (66).
La percentuale di quanti si dichiarano preoccupati della sicurezza del posto di lavoro diminuisce rispetto all’anno precedente (24% secondo trimestre 2015 vs 30% secondo trimestre 2014) e al primo trimestre 2015 (28%).
In aumento (16% secondo trimestre 2015 vs. 14% stesso periodo 2014) su base annuale la quota degli italiani che ritengono quello presente il momento giusto per fare acquisti.
I dati emergono dalla Global Consumer Confidence Survey realizzata da Nielsen su un campione di 30.000 individui in 60 Paesi, tra i quali l’Italia.
Trend positivo
La percentuale di quanti ritengono il Paese ancora in recessione, si legge ancora nella Survey di Nielsen, ha imboccato un trend positivo, segnando una diminuzione di 5 punti nell’anno (90% secondo trimestre 2015 vs 95% secondo trimestre 2014 ) e di 3 punti nell’ultimo trimestre (93% nel primo trimestre 2015). Il 16% degli intervistati (era il 14% nel secondo trimestre 2014) dichiara che nel corso del prossimo anno si uscirà dalla crisi, evidenziando un maggiore ottimismo rispetto a Gran Bretagna (13%), Francia (10%) e Spagna, (9%).
Aumenta la quota di quanti si dicono fiduciosi nella ripresa del mercato del lavoro (12% secondo trimestre 2015 vs 10% medesimo periodo 2014), anche se quella del lavoro rimane ancora la prima preoccupazione per il 24% degli italiani.
Tra le altre preoccupazioni, si stabilizza al 9% quella per lo scenario economico, all’8% quella per i debiti come per l’immigrazione. Al 7% si riscontra la preoccupazione per la salute, allo stesso livello dell’apprensione per la minaccia terrorismo e l’equilibrio tra vita personale e lavoro. Seguono la preoccupazione per la criminalità (5%) e per l’educazione dei figli (5%). Il 4% del campione dichiara di non avere preoccupazioni.
Per quanto concerne l’utilizzo del denaro restante dopo avere coperto le spese essenziali, il 38% degli intervistati dichiara di volere risparmiare, il 26% di spendere per vacanze/viaggi così come per abbigliamento, il 18% per l’intrattenimento fuori casa, l’11% per il saldo dei debiti, il 12% per l’acquisto di nuovi prodotti tecnologici. Più di un quarto (27%), tuttavia, rimane senza soldi alla fine del mese (era il 24% nel secondo trimestre 2014).
Tuttavia, un segnale positivo proviene dal calo rispetto allo scorso anno di quanti hanno modificato il proprio comportamento di spesa per potere risparmiare (69% secondo trimestre 2015 vs 74% secondo trimestre 2014). Nel 2012 e 2013 la quota di costoro superava l’80%.
I tagli di spesa
Fra le misure di risparmio messe in atto dalla popolazione italiana, quella di ridurre le spese per i pasti fuori casa è stata adottata dal 64% degli intervistati. Segue il taglio alle spese per abiti (61%) e per il divertimento out of home (60%). Si rileva inoltre che il 53% degli italiani acquista marchi alimentari più economici, il 45% ha ridotto il budget per le vacanze, il 37% cerca di risparmiare su gas ed elettricità, il 36% ha rimandato l’acquisto di beni per la casa e la stessa percentuale utilizza meno l’auto, il 32% rinvia l’acquisto di strumenti tecnologici. D’altra parte, emerge anche la volontà di un deciso contenimento dei tagli su alcune voci di spesa nel corso del prossimo anno (i tagli sui ristoranti scenderanno al 25%, sull’abbigliamento al 18%, sul divertimento out of home al 22%).