Nielsen-PoliMi: le persone vogliono risparmiare tempo e essere considerate
Ottobre 2018. Dice Giuliano Noci, Ordinario di marketing e strategie al PoliMi e Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Multicanalità, che, mentre si discute molto di aperture domenicali, c’è un cambio di passo importante nei comportamenti di acquisto con l’irrompere di 2,5 nuovi milioni di persone acquirenti in più nell’e-commerce. Cioè: siamo di fronte, questa volta, a una discontinuità vera, ben oltre il cambiamento dei profili socio-demografici. E molti dei 2,5 mio di nuovi acquirenti dell’e-commerce sono baby boomer, cioè detentori di reddito, altro che millenial.
Dal 2016, sottolinea Christian Centonze, FMCG Solutions Leader di Nielsen, il 1° acquisto nell’e-commerce è stata la vera variabile di segmentazione in tutto il ciclo dei comportamenti di acquisto, grazie anche all’impatto profondo dell’applicazione delle tecnologie. Sembrava un anno di calma piatta, ma il cambiamento è stato profondo. Lo si vedeva già con il boom della tv on demand, l’uso del mobile phone che aveva superato l’uso giornaliero medio di 2 ore.
La ricerca del risparmio
Il confronto possibile dei prezzi su internet, poi, ha messo sotto pressione i margini della GDO. Sono aumentati anche gli scambi di pareri e la ricerca di informazioni sui social, nel punto di vendita e on the go.
Esplode la frequenza di acquisto, sia settimanale sia mensile.
I tempi sono ormai maturi, dice Centonze.
Gli info shopper, cioè i consumatori alla ricerca di informazioni, aumentano di 1,5 mio, gli e-shopper, quelli che acquistano, di 2,5 mio di unità, di questi, in più, il 28% sono baby boomer.
La multicanalità diventa lo specchio del paese.
E l’e-commerce entra nella quotidianità delle persone.
In internet la vendita di servizi (44%) sta ormai raggiungendo la quota di vendita dei prodotti (56%).
La spesa media annua nel 2018 nell’e-commerce ha raggiunto i 160,6 euro, con un aumento rispetto all’anno precedente del 9%. A cresce non sono solo gli abitanti dell’Area 1 (+45%), ma adesso si vedono cambiamenti anche nell’Area 2 (+45%), Area 3 ( 63%), Area 4 (31%).
Come si vede la ricerca del prezzo è alta ma sta diminuendo (era il 47%) e stanno aumentando gli item legati al tempo.
Una solo annotazione sul significato di cherry picker: leggete quello di Francesco Morace, Presidente di Future Concept Lab, a RetailWatch sembra la più idonea a capire cosa sta succedendo per davvero.
Ci vuole maggior semplificazione
Il consumatore alla ricerca del risparmio di tempo chiede però al sistema IDM-GDO maggior semplificazione:
. I dati ceduti non devono servire per stalkerare, ma per conoscere e aumentare il grado di personalizzazione,
. E’ necessario ottimizzare scaffale e layout,
. Semplificare l’esperienza con segnaletica o augmented reality,
. Rendere la spesa più fluida digitalizzando i processi.
Infatti:
il 40% delle persone non pianifica la spesa,
il 63% scopre i prodotti durante la visita nel pdv
il 67% sceglie il brand (dell’IDM, della GDO) nel pdv.
Sottolinea Giuliano Noci: “Ci vuole più precisione, che deve prevalere sulla conversione, chi non segue questa regola avrà seri problemi”.
Fonte: articolo redatto sui temi sviluppati dall’Osservatorio Multicanalità di Nielsen e Politecnico di Milano di ottobre.
Articolo molto interessate. Sarebbe opportuno approfondire i numeri.