NRF2015: Ben Bernanke, lo stampatore. Si può?
Gennaio 2015. Il Big Show NRF 2015 ha offerto anche l’opportunità di assistere ad una rilassata, ma approfondita discussione con Ben Bernanke, analogamente all’intervento di George W. Bush lo scorso anno: un'intervista atta ad inquadrare le prospettive del nostro settore .
L’interesse dei retailer convenuti a New York è giustificato, oltre che dalla fama di un tale opinionista, da presa d’atto che le sorti di un comparto ovviamente molto sensibile agli effetti della politica monetaria, come la distribuzione commerciale, dipendono anche dalle decisioni di politica economica.
Bernanke ha inviato un messaggio di fiducia e di ottimismo circa le potenzialità attese del sistema americano. Il problema però, per gli ascoltatori più critici (come chi scrive), è che per l’ex governatore della Fed l’ottimismo è abituale. Come professore di economia e opinionista, ancor prima di governare la Fed, Bernanke teorizzò la “Great Moderation”, ovvero l’idea che il ciclo economico fosse storicamente diventato meno violento che in passato. Ciò grazie al peso inerziale delle grandi istituzioni economiche e alla tempestività e alla precisione dell’intervento governativo.
Sfortunatamente il brutale crollo economico del 2008 e il fallimento di Lehman Bros che innescarono l’odierna lunga stagnazione, contraddirono clamorosamente questa teoria, nonostante la propensione alla “moneta facile” di Bernanke; una propensione peraltro in linea con le scelte precedenti di Alan Greenspan. Da qui i nomignoli come Helicopter Ben e Bailout Ben che alludono al principio teorico enunciato e applicato dall’ex-governatore. Di fronte alla minaccia di una deflazione (il grande timore di Bernanke) il monetary easing (idealmente concepito come una pioggia di dollari lanciati da un elicottero) avrebbe potuto mantenere l’economia su una tendenza alla crescita. Avendo poi portato (realmente) i tassi di sconto a zero, la critica che venne mossa alla Fed fu quella di aver prolungato attraverso la moneta facile, la stagnazione consentendo una cattiva allocazione della scarsa capacità di risparmio del sistema Americano.
Tuttavia, questa inclinazione a rafforzare l’interventismo della Banca Centrale attraverso la politica monetaria espansiva è, in questo momento, molto apprezzata soprattutto in Europa, dove ci si augura che il governatore Draghi segua la medesima strada di Helicopter Ben, “stampando” e distribuendo generosamente più moneta. Le voci critiche statunitensi suonano però un campanello d’allarme: mentre lo Stock Exchange ha recuperato e superato i livelli pre-2008 grazie a questa perenne sollecitazione espansiva, il mercato del lavoro resta debole, i consumi vivono una modesta ripresa, il deficit pubblico cresce nonostante l’aspro contrasto tra il Presidente Obama e il parlamento americano, così come l’enorme debito verso l’estero.
In conclusione, l’ottimismo circa la ripresa in atto negli USA e, di conseguenza, del retail d’oltreoceano, espresso da Bernanke necessita di essere filtrato da un approccio molto meno superficiale di quanto abitualmente accade dalle nostre parti.