NRF2015: ecco l’innovazione, estrema ma possibile

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NRF2015: ecco l’innovazione, estrema ma possibile

Gennaio 2015.  Per quanto orientato alla tecnologia il Big Show 2015 dell’NRF, a New York, offre interessanti overview sui punti di vendita più d’avanguardia in termini d’innovazione. Il valore di alcuni “dream store”, da intendersi come esperienze prototipali, ma già sperimentate in pratica, è certamente notevole.
Pur non essendo modelli da copiare e riprodurre serialmente, questi concept possono (come nel caso delle auto o della moda) fungere da anticipazioni  di successive soluzioni più semplificate e più “popolari”.  Il principio con cui giudicarli è: “Si può fare!” pur mantenendo una visione realistica sulla loro immediata applicabilità. Tra i casi illustrati va citato allora l’Orchard Supply Hardware della catena Lowe’s che propone l’ausilio di un robot per accompagnare i clienti durante il loro “trip” nel punto di vendita; un robot in grado di interagire e fornire ai visitatori tutte le informazioni necessarie sui prodotti esposti ed eventualmente di metterli in contatto, in remoto,  con gli esperti di questa catena.
Analogamente il department store di lusso di  Walnut Creek (California), di Neiman Marcus,  ha messo a punto definitivamente il MemoMi: uno specchio digitale che consente alla cliente di indossare virtualmente i modelli delle varie linee, cambiandone i colori; si tratta di un’applicazione realmente apprezzata dalla clientela che sarà estesa agli altri department store della West Coast.
Due ulteriori esempi di sicuro interesse sono poi l’olandese Bilder De Clerq e l’americana Britchbox. Il primo rappresenta un audace tentativo di fondere ristorazione e grocery, attraverso un approccio esperienziale molto ricco di suggestioni. Focalizzato su una  tendenza diffusa essenzialmente tra i giovani delle classi medie europee, offre soluzioni al problema di cucinare secondo ricette sane ed appetitose partendo dagli ingredienti di base. L’approccio ruota fondamentalmente attorno all’idea di “cucina didascalica”: un concept adottato peraltro anche dalla tedesca Kookchaus. Nel punto di vendita vengono esposti, nelle quantità adeguate, gli ingredienti  necessari alla preparazione di una serie di 14 ricette che ruotano nel tempo, oltre ovviamente a tutte le istruzioni per cucinarli. La presenza di chef e animatori fa sì che il luogo (per ora limitato ad Amsterdam) sia un centro di forte interazione tra il personale della catena e un pubblico privo di un know-how culinario che gli odierni stili di vita hanno minimizzato.
Britchbox nata tre anni fa da una curiosa idea delle sue fondatrici Katia e Hayley sfrutta l’interesse di un pubblico essenzialmente giovane verso la varietà e l’innovazione in tema di cura della persona e di cosmesi. L’idea è semplice, ma efficace: attraverso la consegna sistematica di campioni di nuovi prodotti consegnati in attraenti confezioni regalo, i sottoscrittori di questo servizio  Internet possono provarli per poi decidere se comprarli.  Ovviamente, la logica di social network che si è creata attorno a questo nuovo “format” consente poi di raccogliere preziose informazioni e attivare processi informativi-imitativi in un nucleo di trend-setter ormai ampiamente diffuso sul territorio americano e già esteso ad altri paesi. Interessante poi l’esperimento di costruire un “ambiente brick & mortar” partendo dal virtuale, con l’apertura del primo negozio fisico di Britchbox, a New York.
In conclusione, la presentazione alle molte decine di migliaia di visitatori qualificati del Big Show NRF di questi esperimenti d’avanguardia, è certamente rilevante per una verifica accelerata della solidità  e la diffusione dei contenuti innovativi di un retail, in apparenza, più vivo che mai.


 

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