NYX-L’Oreal: qualche inglesismo di troppo

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NYX-L’Oreal: qualche inglesismo di troppo

Febbraio 2016. Il punto di vendita resta decentrato rispetto al corso principale e l’ingresso è unico, ma le luci al neon e la musica diffusa all’interno richiamano l’attenzione delle clienti.
Varcato l’ingresso si percepisce facilmente che il target del brand è giovane: le canzoni trasmesse sono le hit dei teen idols dell’ultimo periodo, il packaging del prodotto è divertente e vario e la comunicazione dello store è moderna e integrata con quella dei social media.
 
L’esposizione ordinata risalta i colori e l’ampiezza della gamma prodotti, e la presenza di piccoli specchi diffusi a parete è funzionale alla prova del trucco; l’organizzazione dell’offerta è per funzione d’uso e i nomi delle categorie riprendono gli hashtag dei social network (ad esempio #NIXEYELINER).
Il prodotto è ben spiegato e non solo dalle etichette: le foto delle testimonial truccate o meglio ancora i video tutorial disponibili alla postazione trucco in mezzo al negozio ne mostrano l’utilizzo, così come sui social network.
 
Il riferimento al mondo social prosegue con una esposizione stand-alone, in cui sono esposti in classifica i prodotti “fan favorites” – con tanto di virgolettato delle fan che ne spiegano il motivo della preferenza e l’occasione d’uso – e con un monitor di fianco alla cassa che invita le clienti a seguire il brand sui social media per condividere i post.
 
L’esperienza di shopping proposta da NYX è interessante: l’interazione e il coinvolgimento online vengono trasferiti sulla visita in negozio, dove l’azione viene dettata dall’impulso emotivo e dalla fiducia che le clienti ripongono nel brand. Risultato: il rafforzamento della brand equity.
 
Unico appunto: non tutta la comunicazione è tradotta in italiano.
 
NYX Professional MakeUp, brand L’Oreal
Visita effettuata sabato 16 gennaio – Galleria Vittorio Emanuele II, Milano

 
 

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