Parliamo di sentiment del consumatore a proposito di ambiente. C’è un altro scenario…

Data:

Ottobre 2019. Certo che di luoghi comuni ce ne sono in giro parecchi, a volte addirittura con fonti autorevoli, e di luoghi comuni, soprattutto sulla sostenibilità e l’ambiente, si può morire. Superata la maleducazione di Libero e i suoi epiteti contro Greta Thunberg, forse è il caso di approfondire cosa pensano le persone dell’ambiente, del suo degrado, del pensiero necessario al cambiamento.

Le note qui sotto sono state riprese durante il Salone del CSR e commentate da Susanna Bellandi, CSR director di Sofidel. Sono interessanti perché disegnano un altro tipo di consumatore, meno sicuro, ottimistico, pieno di sé, pronto a cambiare brand e negozio se non trova quel che vuole. È un consumatore sicuramente meno vincente di quel che ritraggono molte ricerche di mercato, più umano, più realistico, con più domande che risposte immediate e di pancia. Le valutazioni qualitative sono di fonte Eumetra.

Leggete, allora, questo nuovo disegno.

Un nuovo quadro del sentiment del consumatore

Le persone sono preoccupate, se non addirittura angosciate;

Vogliono fare la loro parte, ma sono anche disincantate e disilluse;

Il consumatore «europeo» spesso si sente inerte e abbandonato;

La frustrazione, alimentata dal senso di colpa e dall’impotenza, ha bisogno di chiarimenti per attivare risposte adeguate: il rischio è la delega totale ad altri (ma a chi?) da parte del consumatore;

Le conoscenze sui materiali, sulla loro innocuità, varietà e performance sono veramente modeste e/o confuse. Ci si vorrebbe fidare ma le informazioni arrivano sempre parziali e quindi sembra più facile affidarsi a storie già note come quella della carta, la cui riciclabilità è conclamata

L’impatto sull’azienda Sofidel e il ruolo dell’education

Susanna Bellandi suggerisce, di fronte a questo quadro, un altro percorso:

Ci vuole verità e chiarezza nelle affermazioni;

Credibilità di chi si espone;

Sinergia con le altre attività dell’azienda, linee, dichiarazioni, prodotti, …

Vince il primato della comunicazione;

Bisogna educare il consumatore, sostenerlo nel percorso di comprensione … e non cercare di convincerlo commercialmente (vedi recente esempio l’attuale campagna di Coop: Il Carrello della spesa sostenibile, l’abc dell’attesa e del comportamento)

Soprattutto in questo momento in cui i ragazzi di tutto il mondo sono stati scossi da Greta e si riconoscono nelle sue parole, parliamo loro di un futuro sostenibile fatto di idee, scelte e azioni concrete, perché  chi, più dei giovani, può davvero immaginarlo e realizzarlo?

Da qui un atto radicale di Sofidel: sostituire la plastica dei cluster con la carta.

Musica da ascoltare per questo articolo: Ottorino Respighi, Fontane di Roma


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