Aprile 2020. Siamo nell’epoca del Coronavirus è c’è più tempo pensare e per guardarsi dentro e per guardare oltre, con gli occhi del passato e della Storia.
Vi proponiamo questa poesia tratta da:
Il Settimo Sigillo, Fernanda Pivano, Poesia degli ultimi americani, Feltrinelli, pagina 71.
Ecco com’è. Vediamo
tre età in una: il bambino Gesù
Innocente di Gerusalemme e Roma
-magicamente a suo agio nella gioia-
è l’anno da quale
la nostra costanza interiore ha la sua forza.
La seconda, che Bergman ci mostra,
porta avanti immagini su immagini
d’angoscia, del Cristo crocefisso
ed emana dalle piaghe aperte dalla peste
(mostrate come ferite sul Suo cadavere)
dalle lacerazioni sul cammino dell’amore
(la corona del cui regime strazia la carne)
… C’è tanta sofferenza!
Cosa può proteggerci
dal vuoto, dal pianto desolato,
dalla completa schiavitù, dalla vertigine?
Perché tanti arrivano ai margini dell’amore
solo per esservi fermati?
Il secondo volto di Cristo, il suo
male, il suo Altro, emaciato, dolore e peccato.
Cristo che contagio!
Che lezzo sparge intorno
La nostra età! È la nostra età!
E la furia della tempesta è in giro.
La maledetta stupidità degli uomini di stato regna.
I vecchi cavalieri corrono attraverso le foreste
gridando: il vento! il vento!
adesso il nero orrore ritorna.
E mio mi getterò a terra
come il saltimbanco del Settimo Sigillo di Bergman
rannicchiato come se dormisse con la moglie e il figlio,
nascosti nel carro sotto la tempesta.
Passi l’Angelo del Furore.
Venga la fine.
Guerra, stupidità e paura sono cose potenti.
Siamo solo dei bambini. A letto, a letto!
A giocare al sicuro!
A buttarci giù
indifesi, nella felicità,
in una età che ci si addice, nei
giorni che sono nostri.
La dove la Peste ruggisce,
dove vanno i vuoti cavalieri dell’orrore.