Perché non funziona il primo prezzo nelle MDD-Private label?
Novembre 2016. In genere quando vengono presentati i dati sull’andamento delle vendite delle MDD-Private label, i retailer dicono sarcastici: “Ah, no, noi i primi prezzi nelle MDD li abbiamo tolti da un pezzo”, quasi a scusarsi di averci tentato qualche anno fa.
Come consumatore ho sempre apprezzato la presenza nelle scale prezzi dei supermercati delle MDD di primo prezzo. Permettono di scegliere. Addirittura ancora nei primi anni del ’00 i primi prezzi avevano uno spazio importante nei lineari di vendita, alcuni retailer li avevano raggruppati in aree conchiuse. Poi le vendite hanno inesorabilmente registrato segno negativo e i direttori commerciali li hanno tolti o radicalmente ridotti.
Dunque la domanda è: perché non funziona il primo prezzo nelle MDD-Private label?
Ecco, secondo RetailWatch alcune risposte:
. il brand di insegna nel primo prezzo: in genere è nascosto quasi facesse paura l’associazione brand-primo prezzo,
. l’immagine di marca: decisamente brutta, povera, punitiva, con colori improbabili,
. il packaging: leggi sopra, comunque diverso dai pack dei follower dell’IDM,
. il facing: nascosto, sempre a pavimento, pensate ad un anziano che deve inginocchiarsi, lo farà?
. il prezzo: smodato, improbabile.
Non parliamo poi, per carità cristiana, dei primi prezzi con marchio di fantasia (di pura fantasia, appunto).
Sicchè il consumatore Rubinelli, di fronte allo scaffale deve per forza chiedersi: ma cosa diavolo avranno messo dentro questo orribile pack? Mi devo addirittura inginocchiare per guardare cosa c’è scritto? Sapete che c’è? Lo lascio sullo scaffale per gli altri clienti e magari cambio insegna perché c’è poca scelta.
Mai pensato a questa presa di posizione? No?