Qual è stato l’impatto del #coronavirus sull’e.commerce dei diversi Stati EU

Data:

Maggio 2020. L’Osservatorio sull’e.commerce di Casaleggio&Associati riporta questa fotografia.

Cosa è successo in Francia

In Francia, dopo l’annuncio del Presidente Macron riguardo alla chiusura delle scuole il 12 marzo, i supermercati hanno fatto registrare un +38% nelle vendite in tutta la settimana successiva. L’e-commerce già nei giorni precedenti aveva registrato una crescita del 29% rispetto all’anno precedente, così come il settore dell’home delivery (+72%)56. Più nello specifico, nel solo periodo 16-23 marzo, i supermercati online hanno visto un incremento di traffico del 4% e un aumento delle transazioni del 3,1%, mentre le farmacie online hanno registrato un +15,3% di traffico e un +2,1% di transazioni. In negativo invece i fashion retailer, che nonostante un +6,1% di traffico hanno visto un calo nelle transazioni superiore al 9%57. Per supportare la diffusione dei materiali di protezione, la Francia ha lanciato StopCovid19.fr, un marketplace creato in 48 ore per mascherine, gel e dispositivi medici. Il portale mette in comunicazione i produttori di gel idroalcolico, maschere, guanti e materie prime con i professionisti della sanità e le istituzioni pubbliche impegnati nella lotta contro il Coronavirus58.

In Spagna

In Spagna il settore del fashion ha cercato di farsi trovare pronto spostando tutte le attività online. Il fashion retailer Tendam per esempio, dopo la chiusura dei negozi su tutto il territorio nazionale, ha lanciato la spedizione gratuita per lo shop online e ha esteso il periodo per il reso a 60 giorni. Anche qui la crescita delle vendite ha riguardato principalmente il settore alimentare, e secondo l’operatore logistico Seur c’è stata una crescita del 50% nella richiesta di consegne rapide, in 1 o 2 ore, specificatamente per i prodotti e-grocery.

In Gran Bretagna

Anche in UK, dove lo shopping online di generi alimentari è già un’abitudine abbastanza diffusa per un utente su cinque, nel mese di marzo c’è stato un incremento della domanda60. In particolare nella settimana del 14 marzo è stato registrato un incremento delle vendite del 22% rispetto allo stesso periodo del 201961. Il supermercato Waitrose & Partners ha dovuto mettere gli utenti in una coda virtuale per l’accesso al sito, che è stato chiuso ai clienti non registrati, mentre il supermercato online Ocado ha riscontrato problemi tecnici sul sito a causa dei troppi accessi, e per poterci lavorare ha deciso di sospendere il servizio momentaneamente. Anche Oddbox, una piccola azienda inglese che si occupa di consegnare frutta e verdura ha registrato un’impennata di richieste e il 23 marzo ha dovuto chiudere il sito impedendo nuovi ordini. Infine alcuni ristoranti, tra cui per esempio la catena di healthy fast food Leon, hanno deciso di spostarsi online con un verio e proprio e-commerce di piatti consegnati a domicilio, senza che l’ordine debba essere fatto attraverso app di terze parti62.

Est Europa

La piattaforma Ecomcovid19.com mostra invece l’impatto del Covid-19 sull’e-commerce in Centro-Est Europa. Lo studio coinvolge circa 1.200 store online e traccia l’andamento delle vendite per settore. Anche gli USA hanno avuto da subito un impatto negativo allo scoppio dell’epidemia in Cina: Apple per esempio ha subito carenze nella fornitura di iPhone a causa della chiusura in Cina di uno dei principali produttori, Foxconn, e questo per i primi mesi del 2020 è stato stimato porterà a una diminuzione del 10% delle spedizioni di iPhone.

I problemi incontrati dalle persone nell’e.commece

Il grafico mostra una serie di problemi affrontati dagli operatori e dai consumatori nell’approcciarsi all’e.commerce. Alcuni riguardano la logistica, altri l’eccesso della domanda, ma su tutti campeggiano i ritardi nelle consegne.

Fonte: Casaleggio Associati e varie

1 commento

  1. Buongiorno, sarebbe molto interessante approfondire e pubblicare dati in merito alla sostenibilità economica della crescita dell’ecommerce. Si parla sempre molto di crescita, anche a doppia cifra, ma mai dei costi che l’ecommerce porta con se.

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