Quando Carlo Petrini scrive con Deloitte
Gennaio 2013. Questo libro (“Il settore agroalimentare-Un patrimonio made in Italy da consolidare e rinnovare” Deloitte, Editore Slow Food) potrebbe essere uno dei tanti e finirebbe presto nel dimenticatoio. Ma ci sono alcuni particolari: innanzitutto è stato prodotto da una società di consulenza, Deloitte, editato da Slow Food, con una introduzione di Carlo Petrini, il presidente di Slow Food. E questo lo rende innovativo. Sono molti gli endorsement nell’editoria, ma questo è un caso davvero particolare. Non a caso Carlo Petrini sottolinea: “La centralità del cibo è un punto di partenza straordinario per una nuova politica, una nuova economia, una nuova socialità. Questa nuova cultura deve entrare progressivamente nelle aziende e diffondere principi di utilizzo sostenibile dei fattori produttivi e di rispetto dei limiti, andando incontro a una rinnovata percezione del consumatore che riconosce le aziende virtuose e le segue”. Da qui, anche, questo volume.
Scopo principale degli autori di Deloitte è di tracciare nel macro e nel micro un modello di sostenibilità agroalimentare. I fattori critici indicati da Deloitte sono tanti:
. difficoltà delle imprese a mantenere standard di qualità elevati,
difficoltà di aggregazione dell’offerta,
. mancanza di una cultura logistica,
. difficoltà nella gestione della catena del freddo,
. dualismo accentuato nell’industria di trasformazione,
. dimensione aziendale,
. scarso ammodernamento degli impianti.
Lo stesso schema di analisi (i fattori critici) viene utilizzato da Deloitte per molte categorie merceologiche: cereali, ortaggi, fiori, vino, derivati del latte, olio, carni, pesce.
Segue un’analisi approfondita del modello integrato di sviluppo dell’intera filiera agroalimentare.
Nelle conclusioni Deloitte indica le priorità:
. avere una visione,
. flessibilità e agilità,
. un modello di business sostenibile,
. minimizzazione degli sprechi e massimizzazione dell’efficacia delle risorse disponibili,
. modello operativo con una visione di filiera,
. cultura aziendale diffusa.
Ed ecco le 5 regole d’oro individuate da Deloitte:
1. Saper affiancare tradizione e innovazione
2. Gestire i passaggi generazionali e le trasformazioni organizzative
3. Valorizzare i prodotti e internazionalizzarli
4. Ripensare ai processi produttivi anche ampliando la gamma prodotti
5. Gestire gli aspetti finanziari come cruciali per lo sviluppo
Con la benedizione di Carlo Petrini.
Il volume può essere richiesto a: domenicozaccone@gmail.com
Ecco uno degli argomenti che dovrebbe essere al centro del dibattito politico, ma di cui raramente si parla se non che in modo superficiale e banale! Proprio ieri l'ISTAT ha detto che l'export alimentare cresce ed è oramai la prima voce del "made in Italy": abbiamo tra le mani un patrimonio che il mondo intero ci invidia- e non può copiare- e lo ignoriamo! Spero che questa pubblicazione possa aiutare gli attori della filiera a individuare le strategie per una crescita del settore, per la quale però, a mio avviso, non si potrà prescindere dal ruolo- se non di stimolo, per lo meno non di freno- dello Stato.
l'innovazione, anche editoriale, crea sempre opportunità di crescita