Russia: centri commerciali e affitti

Data:

Russia: centri commerciali e affitti

Novembre 2012. Questa la scheda dei primi 10 shopping center in Russia, impossibile fare un quadro ampio di tutta la Russia perché bisognerebbe ragionare regione per regione:

Fonte: Magazin Magazinov  (GBA: gross building area. GLA: gross leaseable area)

Come si vede, a parte il Mega di Khimki, sono tutti centri datati di pochi anni e la superficie di Gla supera i 100.000 mq, Metropolis è a Mosca e il gigantismo monstre nella capitale è ormai impossibile per la sovrapposizione che si sta creando fra i diversi centri commerciali che stanno operando a Mosca. Solo quest’anno in tutta la Russia sono previsti 2.166.000 di nuova Gla, nel 2013 1.065.000. La crescita è sostenuta ma siamo lontani dai 1.708.00 mq di nuova Gla realizzati nel 2008.

Impossibile, data la vastità della Russia, fare un resoconto dettagliato di ogni regione. Con l’aiuto del Russian council of shopping center e del nostro Cncc, abbiamo potuto visitare alcuni centri commerciali e alcuni negozi di Mosca e ricavare alcuni trend di massima e alcune schede dei centri visitati. Per una visita approfondita (traffico permettendo, cioè sarete costantemente fermi, a meno che per muovervi, prenderete la metropolitana) delle strutture di Mosca e delle principali strade commerciali serve una settimana di tempo e una buona guida che vi accompagni per dribblare l’ostacolo principale per una seria analisi, la lingua russa e il cirillico.

Spiega Magazin Magazinov  che a Mosca ci sono 17 strade commerciali con un ammontare di 250.000 mq di Gla, Arbat è una di queste, conosciuta soprattutto dai turisti, ma è utile prenderne in considerazione una decina per essere esaustivi nell’analisi commerciale. Esistono poi alcuni “corridoi” che si spingono oltre il centro di Mosca: Leninskiy prospect, Profsouznaya, Kutuzovskiy prospect e Mira Prospect. Queste ultime zone sono aree cresciute vicino o intorno ai centri commerciali o ai grandi magazzini. Alcune vie, o parti di esse, delle 17 indicate sopra sono dedicate soprattutto al lusso e sono monopolizzate da alcune public company e da specialisti come Harvey Nicols o Sacks.
Gli affitti sono alti e variano in questo modo:

Fonte: Magazin Magazinov

Come si vede bisogna considerare solo alcune parti delle vie indicate perché le distanze a Mosca sono notevoli e cambia il paesaggio demografico, urbano e commerciale anche solo dopo alcuni numeri civici della via analizzata (per chi ha bisogno di altri dati mandare e mail a luigi.rubinelli@retailwatch.it). I principali retailer delle strade commerciali sono le banche (30%), i ristoranti (24%), i servizi (14%), beni per la casa (10%), food (8%), abbigliamento (7%), farmacie (3%), calzature (2%), profumerie (1%), accessori (1%). I retailer più cresciuti in questi anni sono le banche a scapito dei ristoranti, ancor meno i negozi di abbigliamento, e questo è un bene per la non sovrapposizione con i centri commerciali strutturati che hanno nei department store e nelle insegne di abbigliamento il loro caposaldo.

A parte i centri commerciali visitati e indicati nella successiva tabella, come media possiamo affermare che nei centri commerciali per un negozio compreso fra 200 e 2.000 mq l’affitto chiesto è di 4.500 mq. Nei centri commerciali fuori Mosca l’affitto si abbassa fino a 1.000$ il mq. A parte la consueta offerta a cui siamo abituati i centri commerciali di ultima generazione si distinguono per proporre oltre alla galleria commerciale le multisale cinematografiche, il bowling, spazi ricreativi. Difficile classificare le food court dove i fast food concept la fanno da padrone, ma declinandosi in georgiani, italiani, americani o altre specialità ancora. Alcuni centri hanno aggiunto ristoranti giapponesi e italiani con servizio al tavolo, altri la pizzeria con forno a legna.
 Nell’abbigliamento troviamo brand europei come le insegne di Inditex, H&M, C&A, Marks&Spencer e alcune catene di intimo italiano. In aumento i servizi per la persone e per il benessere, particolarmente apprezzati.

In Russia e principalmente a Mosca il 41% del retail è rappresentato da brand internazionali, contro il 52% della Gran Bretagna, il 43% della Spagna, il 42% della Francia. L’Italia è al 35% di brand internazionali. Base di questa statistica, sempre di Magazin Magazinov, 300 brand internazionali, analizzati paese per paese. Ciascun retailer del campione ha almeno 1 pdv negli shopping center russi. La stessa analisi vista per categoria merceologica vede gli accessori al 92%, l’abbigliamento all’81%, profumeria e cosmetici al 79%, calzature al 74%, l’elettronica di consumo al 69%, il lusso e l’alto di gamma al 64%, infine bricolage al 63%. Ancora lo stesso campione ma diviso per paesi ci propone questa fotografia interessante: nel lusso e nell’alto di gamma l’Italia guida la classifica con il 53%, seguita dagli Stati Uniti nelle calzature soprattutto con il 38%, ancora l’Italia con il 21% negli accessori e infine la Francia con il 20% nell’abbigliamento.

Per le schede dei centri commerciali visitati con il Cncc rimandiamo a prossimi, specifici articoli.

Articolo precedente
Articolo successivo

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Sei umano? *

Condividi:

Popolari

Articoli simili
Related

l’IA rivoluzionerà tutto…anche il Retail

L'IA impatterà il mondo ed il retail in modo particolare. Dalla logistica agli acquisti, i processi verranno con ogni probabilità rivoluzionati. È meglio prepararsi per evitare di prendere l'onda del cambiamento in faccia.

Chi ha ucciso Clevi?

Clevi, startup creatrice di un sistema di rilevazione e comparazione dei prezzi retail applicati online, ha chiuso i battenti per mancanza di clienti e fondi, nonostante potesse apportare valore al mercato. Chi sarà interessato ad acquisirne proprietà intellettuale e strumenti di rilevazione?

Una nuova rivista di retail. Perché?

RetailWatch torna dopo 4 anni, in un momento sfidante per il retail nazionale ed internazionale, riprendendo lo stile e gli argomenti per cui è diventato famoso.