Simply ricambia ancora e passa ai primi prezzi basic

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Simply ricambia ancora e passa ai primi prezzi basic

Febbraio 2012. SMA spa -l’azienda di Groupe Auchan che in Italia raggruppa oltre 1.700 supermercati diretti e in franchising a insegna Simply, IperSimply e Punto- prosegue nello sviluppo dei prodotti di marca privata.
Un processo al centro delle strategie commerciali dell’azienda, che porterà all’aumento delle referenze di private label Simply non solo in ampiezza ma anche in profondità, per coprire tutte le merceologie offrendo al consumatore un ampio assortimento in termini di proposta prezzo.
Una strategia iniziata lo scorso anno, con un incremento a valore nel grocery del 5%, con punte a due cifre in alcune categorie, sostiene l’azienda.

Ecco Basic, il primo prezzo
Dopo il lancio delle linee Passioni e Bio, sono in arrivo sugli scaffali e sono stati presentati a Marca 2012 i prodotti della nuova linea primo prezzo Simply Basic.. I prodotti si differenziano per colore in base alla categoria di appartenenza: si va dal bianco dei prodotti freschi, alle sfumature degli ocra dei biscotti e dei prodotti da forno, al viola delle referenze del reparto profumeria, al blu dei prodotti per la detergenza, fino al rosso del caffè e dei pelati. I prodotti di questa linea, 150 in totale, sono tra i più comuni e indispensabili presenti nella lista della spesa e offrono un risparmio medio del 50% rispetto alle grandi marche.

L’assortimento completo della marca privata Simply sarà di circa 2.000 referenze. Oltre ai prodotti grocery della linea standard, saranno circa 500 le referenze delle linee specialistiche: dai prodotti provenienti da agricoltura biologica a quelli del mercato equo e solidale, dalle produzioni tipiche regionali della nostra tradizione enogastronomica fino a quelli alto di gamma per i palati più esigenti.

Il parere di RetailWatch
Avremmo preferito vedere maggior impegno nell’every day low price, come era iniziata l’avventura. Con un ampliamento così grande e una campagna di comunicazione articolata la linea di primi prezzi rischia di diventare la prima per incidenza sul fatturato entro poche settimane provocando il collassamento del margine e entrando in conflitto con le vendite di prodotti-brand dell’IDM. Addirittura è collegato un concorso: serve davvero per far comprare I prezzi più bassi? Il sistema del franchising è in sintonia? Contrariamente a quanto è avvenuto negli anni scorsi per Simply, in Francia e Spagna non c’è traccia di questa operazione, almeno guardando I siti che RetailWatch ha ovviamente indagato. Una dimenticanza?

17 Commenti

  1. effettivamente il cliente di oggi è meno classificabile che una volta , e magari compra borsa di luis vitton e maglietta di zara, ma i prodotti basic non hanno niente a che vedere con zara : sono poveri e fanno sentire poveri, zara mi fa sentire furbo e alla moda !

  2. se big della gd mondiale come carrefour e auchan continuano a proporre ricette simili non lamentiamoci della ripetitivita' e della scarsa fantasia creativa dei piccoli disributori italiani !

  3. Questo lancio è un'ottima idea ed un segnale che, non da innovatore, ma che Simply non sta a guardare. I prodotti basic li hanno lanciati sia Carrefour (Carrefour Discount) che Tesco (Tesco Value) da quasi 3 anni, sono diffusi anche presso altri retailer europei e vogliono intercettare quella quota di spesa che finirebbe nel discount… Ma non solo!! ATTENZIONE a fare l'errore del segmentatore! Il consumatore moderno ormai non è più identificabile con un solo tipo di stile di vita o di acquisto. Compra la borsa da Vuitton e il tailleur da Zara, parte la mattina in business con Lufthansa e torna la sera con Easyjet, compra il lardo di colonnata DOP e l'aranciata di primo prezzo. Insomma, complimenti a Simply, le intenzioni sono ottime, speriamo in una buona realizzazione.

  4. Ancora una volta mi sembra che il direttore e la sua redazione hanno colpito nel segno scegliendo un argomento di grande interesse e attualita' .nel merito e' difficile aggiungere qualcosa di nuovo a quanto già scritto, tranne che e' un film recentemente già visto con i prodotti carrefour discount, anche se il lancio di questi ultimi e' stato meno ' strillato' : il fatto che entrambe le aziende parlano 'francese' sara' solo un caso ?

  5. Recentemente il prof finzi ha presentato una ricerca nella quale per la prima volta il cliente , nella misura del 33%, ha dichiarato che per risparmiare in futuro oltre che a comprare meno e' disposto a rinunciare alla qualita' pur di avere prezzi bassi : simply sembra averlo capito per primo e si sta attrezzando , ma siamo sicuri che questa sia la strada giusta ? Io ne dubito .

  6. La cosa che più sorprende, secondo me, è il continuo cambio di strategia. Personalmente non vado a fare acquisti da Sma perchè non è vicino, ma se Esselunga, dove vado facesse questi continui cambi di programma ne sarei infastidito e mi cercherei un altro supermercato. Ho detto, infatti, che vado al supermercato non al discount, se avessi bisogno di fare la spesa in un discount andrei da Penny. Il discount ha un grande richiamo, oggi, ma non tutti i discount vanno, anche Lidl soffre. Era così difficile perseguire la strada delle'every day low price, come giustamente sottolinea il direttore?

  7. non sempre i problemi complessi hanno soluzioni semplici. …prendo 100/150 prodotti al massimo, li vesto alla meno peggio, li vendo al prezzo piu' basso con una qualita' al minimo di legge e con zero contenuto di servizio ( anche l'apertura a strappo è spesso un lusso a cui, per risparmiare , bisogna rinunciare )e freno cosi' la fuga vs il discount . ma se questa ricetta non ha funzionato con i discounts di ieri ( hard ) , tanto è vero che sono aumentati a dismisura, funzionera' con i discounts di oggi ? mah….

  8. Discounts e industria di marca ringraziano . Il consumatore continua ad aspettare che venga il suo turno : e' la fotografia dell Italia oggi

  9. Continuo a rimanere stupito ogni giorno di più ' dalla mancanza di idee della gdo italiana, anche se noi dell' industria di marca spesso non siamo da meno : possibile che non si capisca che per fare un prodotto di successo non basta affidarsi ad una buona agenzia pubblicitaria o tirar fuori una buona idea creativa ?

  10. Bella ed efficace l'idea creativa pubblicitaria, ma il packaging system ed il posizionamento dei prodotti e' vecchio , gia' visto e psicologicamente recessivo : e' tutto l opposto di quello che ci vuole per risollevare un cliente gia' depresso di suo.pero' se una azienda cosi' blasonata lo ha fatto avra' avuto le sue buone ragioni.

  11. Singolarmente sono un bell'esercizio di pack, ma come Brand mi sembra un film già visto. Contenuto di servizio…. Poco. Adamo ed Eva mi sembrano più vestiti!

  12. La pagina del Corriere è spiritosa e ben confezionata. Il contesto da Carcere americano ben si adatta ad un "povero" cliente che ,sempre più disperato, viene costretto a comperare prodotti "poveri". La depressione dei consumi, il crollo dello scontrino, la spesa sempre più bassa sono l'effetto o la causa di questi esercizi?

  13. Sembra un'ennesima reazione di pancia e non di testa, un adeguamento ad un pensiero istintivo senza immaginare l'impatto che può avere. Una stategia per far sentire sempre più poveri i clienti. Penso che la strada sia da tutt'altra parte.

  14. Per innovare ci vuole coraggio. Per creare una gamma "bassa" ce ne vuole molto meno. Puntando sul low price il rischio è sempre lo stesso: c'è sempre qualcuno che fa i price più low. E generalmente c'è un limite basso oltre il quale devi per forza togliere qualità. Faranno anche il concorso ma tutto questo, ai consumatori, conviene?

  15. La trovo assolutamente un'idea scontata anche se effettivamente mancava questa linea basic nell'offerta delle PL di Simply. Dopo tutto i prodotti a marca privata sono iniziati proprio così in Francia con Carrefour.

  16. Il mondo cambia ma le strategie dei retail restano? Sembra di tornare agli anni 80 dei produits blanc. Concordo col commento di Geronimo, oggi si parla di low cost e non di low price; il concetto di primo prezzo e packaging minimalista sembra appartenere ad un epoca ormai passata. A nessuno piace sentirsi "povero" ma a tutti piace sentirsi "smart" nelle proprie scelte di acquisto, tanto da poterle mostrare con orgoglio agli amici come una conquista intelligente della capacità di cernita, al di fuori dei condizionamenti della grande marca e degli investimenti in ADV. Il fenomeno del trading down e del trading up, all'interno del medesimo carrello, in funzione della categoria merceologica credo sia il segno evidente dei tempi che cambiano e dei clienti che si evolvono. Non esistono più solo primi prezzi o solo top di gamma ma mix articolati di comportamenti di acquisto, dove il low cost diventa il modo intelligente di rinunciare al superfluo per potersi gratificare in qualche altro settore.

  17. non è il primo caso di segmentazione in basso ( vestizione del primo prezzo ) e non sara' neanche l'ultimo. mi sembra che tutta la gdo italiana continui a riproporre ricette trite e ritrite, e non tenga nella necessaria considerazione i segnali e le richieste che ci arrivano dal cliente e che hanno fatto il successo di retailer mondiali in settori non alimentari. oggi il cliente continua a chiedere convenienza, qualita' ma sopratutto ci chiede di non farlo sentire '' povero '' e di non fargli '' pesare la rinuncia ''. siamo nell'era del low cost , ma contininuiamo a proporre '' medicine '' che appartengono al mondo del '' low price '' !! francamente da una azienda storica e innovatrice come questa non le lo sarei aspettato , ma continuo a credere che ci troviamo di fronte ad una azione piu' tattica che strategica .

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