Tirelli: dal PIL al Prodotto interno lurido?

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Tirelli: dal PIL al Prodotto interno lurido?
 
Settembre 2014. “Siamo passati dal Prodotto Interno Lordo al Prodotto Interno Lurido!” è una battuta di Maurizio Gasparri che (politica a parte), a me, è piaciuta.  L’aggiunta al PIL di 15 miliardi in più di “economia del malaffare”, dopo i 185 dell’economia sommersa di craxiana memoria, dovrebbe costituire un altro palliativo alle statistiche dissestate del sistema produttivo Italiano.
La decisione non può non essere di grande interesse per un economista sebbene la realtà sia un pochino più complessa di come la liquidano i giornali.  Inquadriamola allora dal punto di vista della statistica economica e facciamo un ripassino.
Il Prodotto Interno Lurido (a prezzi correnti) sarà uguale all’ammontare in euro di:
Consumi Leciti
+ Consumi Illeciti (droga, prostituzione, materiale pornografico clandestino, ecc.)
+ Spese pubbliche (nota bene!)
+ Investimenti
+ Esportazioni lecite
– Importazioni lecite
+ Esportazioni illecite (vedi sopra)
– Importazioni illecite (vedi sopra)
 
Quindi, si presuppone che l’ISTAT quantifichi (sarà interessante studiare l’appendice metodologica!) i flussi economici  (e monetari) nascosti negli oscuri meandri del crimine  e del vizio. Una prima difficoltà risiede però nel doveroso passaggio al P.I.Lurido a prezzi costanti. Allo scopo, è necessario, infatti, calcolare i suoi vari deflatori (di consumi,  export, import).
Per i consumi (leciti) delle famiglie generalmente si utilizzano i prezzi di un paniere di beni e servizi rilevati dai vigili urbani dei vari comuni all’interno di un campione di negozi e accedendo ad altre fonti qualificate. Per i servizi (leciti) si elaborano stime partendo dalle tariffe pubbliche.
Per la nuova parte illecita si presume quindi che solerti funzionari pubblici siano andati e vadano ad esplorare prezzi e tariffe dei servizi di trans, prostitute (e non fatemi entrare in ulteriori dettagli). Sceglieranno strade rappresentative delle città e le tante case di piacere più o meno clandestine, oppure intervisteranno i clienti? Analoghe rilevazioni riguarderanno i prezzi di spinelli, ecstasy, e intrugli vari.
Resta da sapere se per la costruzione dell’indice di prezzo sarà usato il paniere a pesi fissi di Laspeyres o quello a quantità variabili di Paasche o il più sofisticato indice concatenato di Divisia.  … Perché, diciamolo, il fenomeno di nostro interesse è per nulla semplice.
Sarà interessante vedere poi se le variazioni del deflatore di questi consumi, in tempi di crisi, sarà anch’esso influenzato e distorto da promozioni, sconti e sottocosto! Dunque, chissà se anche per i consumi illeciti ci sarà il rompicapo dei 3X2, o della gratuitità sul secondo acquisto, come accade nei supermercati.
Passo ulteriore è il calcolo dei contributi all’inflazione (o alla deflazione) che si ottiene, com’è noto, moltiplicando la variazione dei prezzi per la quota di spesa di ogni voce. Non vi nascondo la mia morbosa curiosità: anche questo settore ignobile sarà preda del gorgo deflativo che tanto preoccupa le autorità monetarie e politiche?
 
La somma dei redditi
La questione più importante però riguarda l’altra faccia (meno conosciuta) e contabilmente equivalente del PIL, ovvero il Reddito Interno ora anch’esso Lurido. Ufficialmente siamo più ricchi perché il RIL è anch’esso maggiore di 15 miliardi di euro, cioè 250 euro a testa.
Possiamo così passare al Reddito Nazionale Lurido   sommando al PIL (o al RIL) la differenza tra i redditi degli Italiani all’estero e quelli dei non residenti. Così, per la parte illecita, ad esempio, se delle prostitute Italiane praticano all’estero, il fatto aumenta il nostro reddito;  se le prostitute venute dall’Africa non hanno la cittadinaza Italiana e mandano soldi alle loro famiglie, il nostro reddito diminuisce. Ciò suggerisce una manovra politica semplice e quasi priva di costi: basta dare la nazionalità a “traviate” e “traviati” stranieri che vendono i loro malfamati servizi nel nostro paese per diventare noi più ricchi. Egualmente, sommando  la differenza tra: a) le risorse ottenute da Italiani con il traffico di droghe all’estero e b) i guadagni degli stranieri  impegnati nel traffico di droga in Italia. Infine, aggiungendo anche i trasferimenti di danaro sporco da e verso l’Italia otteniamo il Reddito Nazionale Lordo (e Lurido) Disponibile a cui applicare l’arcinota Pressione Fiscale.
A conti fatti e poiché, com’è noto dai tempi di Vespasiano: “Pecunia non olet”, questi sporchi affari miglioreranno d’ora in poi quei parametri statistici così importanti per i giudizi del FMI e le varie agenzie di rating.
Meno tangibile è invece il sollievo concreto che questo ritocco ci avrebbe portato diminuendo il rapporto tra prelievo e base imponibile.   Peccato, però … che essendo questi 200 miliardi di PIL sommersi o illegali non sono, per definizione, tassabili e, in conclusione, formalmente il fisco apparirà più leggero, ma in pratica saremo spremuti esattamente come prima.  

Ci sarebbero altre sottili questioni teoriche (che trascuro per la loro complessità matematica) e che riguardano i rapporti di sostituibilità tra le varie voci di spesa e di consumo. Era il problema che mi appassionava quando studiavo per il dottorato. Ricorderò solo che, secondo la teoria microeconomica insegnata nelle università e applicata alla nuova contabilità nazionale, un aumento dei prezzi della ristorazione o dei libri (o anche del pane o del Dash!) genererebbe (ceteris paribus) un maggior mercimonio di sesso e  narcotici e, ovviamente, viceversa con una loro diminuzione. E allora dateci sotto, amici retailer, con le promozioni e il sottocosto, … sarete benemeriti non solo per agevolare la vita degli Italiani impoveriti, ma anche per l’opera meritoria di allontanarli dalle tentazioni e dal peccato.

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