Tutti pronti per Django di Tarantino?
Autore: Giulio Rubinelli per la scheda del film, Luigi Rubinelli per gli abbinamenti food
Esistono svariati modi per recensire un film. Per quanto riguarda alcuni è davvero un’impresa. Sui film di Quentin Tarantino si apre una voragine.
Chiunque lo conosce, quasi tutti lo apprezzano, nessuno è daccordo con gli altri su quale sia l’ordine della classifica dei suoi film migliori.
Ecco il mio parere.
Le Iene sta al primo posto per genialità e compattezza, ma soprattutto per essere un’opera prima. Al secondo posto segue Bastardi senza gloria, il film perfetto da qualsiasi punto lo si guardi. Infine l’oggetto di questa recensione: Django Unchained.
Pulp Fiction? Kill Bill Vol.II? Grandi film, senza dubbio, ma Django ha aperto nuove porte al mio modo di apprezzare un film.
Provare un piacere realmente fisico, lasciarsi trasportare dalla trama, dalla recitazione, dal ritmo del montaggio, dai dialoghi nella maniera in cui lo fa Django è un piccolo miracolo del quale, per quanto mi riguarda, era stato in grado solo Dottor Zivago. Non esagero se ammetto di essermi fatto sfuggire anche dei sommessi e spontanei gridolini in un paio di momenti, dovuti all’incontenibile gioia di riassistere nel 2013 a scene di azione inedite dai tempi del buon Sergio Leone.
Non è un segreto che la teatica della vendetta faccia leva sui nostri istinti più animaleschi e sono caratteristiche che riguadano tutti noi, nessuno escluso. Questo Tarantino lo sa e continua imperterrito il suo passeggio nei meandri della coscienza storica dell’uomo.
Questa volta tocca ai neri schiavi d’America del Mississippi.
Trama essenziale ed efficace, con la sola discriminante che viene approfondita la relazione amorosa come espediente alla vendetta.
Un film imperdibile per chi ama il cinema e il western. Un tributo unico e speciale al maestro Leone con attori d’eccezione.
GENERE: western. Non mancano gli spaghetti nostrani ma neanche quelli di importazione del Bronx
VELOCITà: è un film lungo di oltre due ore, ma scivola tra le pieghe del buon cinema
TEMPERATURA: si sa, l’America ha un paesaggio vario e le stagioni scandiscono classicamente il cambiamento interiore del personaggio e anche se la vendetta è un piatto che va servito freddo, come scotta l’ingiustizia!
QUALITà: premium!
COLONNA SONORA: il rap strappa gli applausi a scena aperta. Tarantino non ha mai sbagliato nulla con la colonna Sonora e ne ha fatto un genere. Un western con Tupac, James Brown, ma anche Elisa e Morricone.
DA VEDERE CON: vi direi tutti, ma gli schizzi di sangue arrivano fino in soggiorno.
Sabato 12 ottobre
21.10 skycinema1
Gli abbinamenti food
Il vino: Grignolino 2011, Tenuta La Tenaglia. Un vino, il Grignolino, che ognuno interpreta come vuole ed è quindi di difficile classificazione, un vino anarchico ma che qui alla Tenuta La Tenaglia trova un suo equilibrio che altrove si perde. Rustico si ma fino a un certo punto.
Il cioccolato: Domori Fave intere di cacao tostate e sgusciate, da assaporare lentamente, una per una. Il risultato di fermentazione, essiccazione e tostatura studiate per giungere ad un profilo sensoriale ottimale. In linea con Django e la sua rusticità simil western
Il formaggio: Caprino fresco di Rimella (Vercelli). Siamo in terra di Walser e allevare capre e produrre latte qui ha un senso diverso che altrove. È un presidio dello Slow Food e per cercare questo formaggio dovrette scarpinare, ma si trova anche in altri comuni della Valsesia. Viene prodotto con caglio di vitello quando è destinato al consumo fresco, con quello di agnello se si intende stagionarlo ed esaltarne la piccantezza. Si porta il latte crudo caprino a circa 18-20 gradi, previa acidificazione naturale. Quindi si aggiunge poco caglio e si lascia coagulare lentamente la massa. Dopodiché, senza essere rotta, la cagliata viene posta direttamente nelle formelle oppure è rotta, modellata a mano e posta a sgrondare su teli di canapa.
Scusate se siamo restati solo in Piemonte questa settimana, ma ne vale la pena…