Zara introduce l'RFID per aumentare l'efficienza
Ottobre 2014. Zara ha completato quest'anno la sperimentazione dell'Rfid nella propria filiera produzione-cedi-negozio-scaffale. Per farlo ha risolto il problema che già nel 2012 aveva bloccato nell'implementazione dell'Rfid in J.C.Penney, ossia le interferenze dei segnali radio con i sistemi di allarme. Penney ha rinunciato, almeno per il momento, a questo progetto.
L'esperienza di Zara
La capogruppo di Zara, Inditex, invece, ha proseguito lo studio dell'implementazione, iniziato addirittura nel 2007 e ha risolto i problemi che derivano soprattutto dall'introduzione dell'Rfid nel punto di vendita. In questo modo Zara è pronta a migliorare il monitoraggio degli stock e del replenish, diminuendo il tempo necessario alle operation e aumentando in questo modo l'efficienza. Banalmente si può affermare che in questo modo Zara è in grado di vedere dove si trova esattamente ogni capo dotato di Rfid, fino a quando il capo da acquistare è portato dal cliente in cassa. L'etichetta dove è racchiuso il chip dell'Rfid (grande il doppio di una chip di un mobile) viene staccata dal personale del punto di vendita che la rimette poi in circolo, trattandola opportunamente (e quindi diminuisce il costo del singolo chip).
Alla fine del 2014 saranno circa 2.000 i pdv Zara che adotteranno i chip; entro il 2016, Inditex ha annunciato che sarà completato il roll out di tutta la rete. Inditex per completare il suo disegno ha acquistato 500 milioni di chip Rfid.
Gli altri retailer
Anche Decathlon sta studiando l'implementazione dell'Rfid. Lo stesso sta facendo Mark&Spencer.